domenica 15 luglio 2018

Il Cavaliere dell'Apocalisse mi ha sedotto - Nuovi arrivi

Ehi. So che speravate fosse tutta una burla e che avrei lasciato perdere. Ci ho pure pensato, ma no! A voi la seconda parte. Corta, come avevo preannunciato.
Avrete il punto di vista di uno dei due protagonisti (Ambrosia ed Ezio detto Petronio, nel caso ve li foste dimenticati) ogni volta, perché come ho detto la volta scorsa:
su Word pigliano una pagina e mezza, ma su internet no.


Quella sera ebbi difficoltà a prendere sonno. Avevo la sensazione di essere osservata, studiata, come se nelle ombre si nascondesse qualcosa o qualcuno. Così accesi la luce e non notai nulla di strano: c'erano il mio tavolo, l'armadio, i poster dei miei attori preferiti che vegliavano su di me e i soliti occhi rossi che ormai mi fissavano da una settimana dal muro. Mi tranquillizzai, spensi la luce e tornai sotto le coperte. Una dolce voce che sussurrava il mio nome mi accompagnò tra le braccia di Morfeo.
Il mattino dopo raccontai tutto a Pet che non sembrava felice per me.
«Mi stai dicendo che tutte le notti da una settimana vedi due occhi rossi che ti fissano dal muro, che ieri sera prima di addormentarti hai sentito qualcuno che sussurrava il tuo nome e non ti sei messa ad urlare?»
«Sì, perché avrei dovuto urlare? Era così profonda e misteriosa!»
«L'hai detto ai tuoi?»
«No! Si preoccuperebbero inutilmente.»
«Di sapere che in camera tua ci potrebbe essere qualcuno che ti fissa e ti chiama tutte le notti? Certo, perché preoccuparsi? È assolutamente normale!»
Sapevo che mi avrebbe capito! Non a caso siamo migliori amici per la pelle. La campanella però ci impedì di continuare e fummo obbligati ad avviarci verso la nostra classe.
La mattina passò tranquilla se non per il piccolo incidente con il professor Greco che mi disse che la mia ricerca non andava bene. Non è colpa mia se non apprezza le mie iniziative, in questo caso si trattava di un confronto fra l'arte etrusca e la latte-art. A certa gene non dovrebbero permettere di insegnare!
Pranzai assieme ai miei amici storici: Pet, che come tutti i giorni giocava a nascondino. Che carino, non ha mai capito che il vassoio non è un ottimo nascondiglio! Anna, la rossa più richiesta della scuola, sempre con il trucco perfetto e i vestiti giusti. E la mia coppietta preferita: Carlo e Filippo.
Anna iniziò subito ad aggiornarmi su tutti i pettegolezzi della scuola ed ignorammo gli sguardi dei tre maschi che giravano gli occhi, probabilmente consideravano i nostri discorsi troppo da “femmine”.
«Devi assolutamente sapere cosa è successo prima in classe! Roba da matti! Hai presente la ragazzina con gli occhiali? Ecco! Oggi è venuta a scuola con-»
«Ma farvi gli affari vostri ogni tanto, no?» ci interruppe Carlo.
«Carlo, amico caro. Perché non torni a parlare con Filippo di cose che sapete voi?» gli suggerii. Non volevo rendere pubblica la loro relazione, quindi cercai di essere il più discreta possibile passandomi un dito dietro l'orecchio.
«Non capisco. Ti fa male l'orecchio?» mi chiese Filippo
«No, è convinta che tu e Carlo stiate assieme ma che vogliate tenere segreta la vostra relazione.» Petronio sapeva essere veramente inopportuno a volte! Gli lanciai un'occhiataccia e mi ripromisi di dirgliene quattro appena ne avessi avuto l'occasione. Mi rispose con un dito medio. Non feci in tempo ad offendermi che Carlo mi stupì: «Ah bé certo, è ovvio. In fondo non ci meniamo mica perché a volte non ci sopportiamo. È una scusa per toccarci in pubblico, certo. E poi Filippo mica c'ha la ragazza. Nah, è solo una facciata per nascondere il nostro amore, vero Fil?»
E per sottolineare il loro rapporto Filippo gli prese il pane dal piatto e lo mangiò. Che gesto romantico! Non riuscii a capire cosa si dicessero e perché Pet cercasse di separarli. Ero così orgogliosa di loro!
Non potei godermi a lungo questa novità che subito Anna me ne disse un'altra: «Ignorando questi tre scemi, hai visto che sono arrivati dei ragazzi nuovi?»
Le feci segno di no con la testa, così me li indicò. Sul tavolo che stava nell'angolo più buio della mensa c'erano quattro dei ragazzi più belli che avessi mai visto in vita mia. Potevo sentire l'energia e il testosterone emanare dai loro corpi e colpirmi come una frusta. Incatenai lo sguardo con uno di loro, aveva gli occhi azzurri come la lucina al led del mio computer ed erano così intensi che rischiai di perdermici. I capelli ricci e ambrati coronavano un visto dalla pelle abbronzata e cosparsa dalle lentiggini, e anche se era seduto si capiva che era alto e muscoloso come qualcuno che solleva sacchi di farina tutti i giorni. Sono sicura che con un po' d'impegno avrebbe potuto tagliare il prosciutto con quegli zigomi!
Anna dovette scuotermi per farmi tornare con i piedi per terra.
«Tutto ok? Ti sei incantata almeno un minuto.»
«Sì, scusa. È che sono veramente carini.»
«“Carini”?! Sono dei fighi della madonna!»
In quel momento Pet si girò per vedere l'oggetto del nostro discorso e non appena posò gli occhi sul tavolo dei prediletti di Afrodite cacciò un urlo che sono sicura avrebbe potuto battere un soprano di lirica. Quindi mollò tutto quello che stava mangiando e corse via fra gli sguardi confusi e preoccupati dei presenti. Sicuramente la bellezza era troppa per i suoi occhi e gli stavano facendo male. Non gli andai dietro, ci pensò Filippo. Io tornai a sbirciare il tavolo dei nuovi arrivati.

Salem

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