Titolo: Di Metallo e Stelle
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Gainsworth
Prezzo: 18,00 € cartaceo, 3,99 € ebook (però voi volete il cartaceo, anche se ancora non lo sapete)
Trama (visto che la recensione è spoiler free): è il 1499 e un misterioso avvelenatore inizia a mietere vittime all'interno del castello Sforzesco (a Milano, per chi come me è una pippa in storia, geografia, cultura generale e buon senso). Giacomo, l'apprendista diciassettenne di nientepopodimenoche Leonardo Da Vinci, aiuterà il suo maestro a indagare su questo mistero, anche se gli viene detto ripetutamente di farsi i cazzi suoi. In tutto questo i francesi assediano il castello, un mostro misterioso fa su e giù dalle mura come l'uomo ragno, e la ragazza amata da Giacomo (che sarebbe Cecilia Gallerani, la tipa del quadro "La dama con l'ermellino") è in pericolo. E poi la gente si lamenta quando deve dare tre esami alla volta. Pensate a Giacomo, povera bestia...
Avete presente l’assioma secondo cui è
più facile convincere i parenti a smettere di chiedere “quando ti laurei?” che
spiegare perché un libro ti è piaciuto? Ecco, allora prendete la brevità e l’insulsità
della recensione come una garanzia, perché il libro è bello, punto. Non sto
neanche a dirvi che è scritto bene, che è uno stile pulito ma con tante
parole insolite, tipo “giornea” (oddio, magari era ignoranza mia ed è una
parola normalissima, ma giornea non l’avevo mai sentito e io mi esalto quando
trovo parole nuove). Insomma, non serve dirlo perché è di Tarenzi che si parla,
lo conoscete, e se non lo conoscete conoscetelo, amatelo e compratevi tutti i
suoi libri immediatamente (Luca, poi ti mando la fattura, puoi pagarmi in
contanti o in libri, come sei più comodo).
Comunque visto che qualcosa devo
scrivere per forza, altrimenti avrei fatto uno status su facebook e non un post, ora
vi darò cinque buoni motivi a caso per leggere questo libro:
4) L’alchimia. Perché l’alchimia è una figata e come è descritta nel libro, con gran coinvolgimento di pianeti, piante e minerali, lo è ancora di più.
1) Il libro, inteso come oggetto. Cioè, insomma,
guardatelo. È stupendo, dentro e fuori! E c’è pure il segnalibro. Non è la cosa più bella che abbiate
mai visto?
2) Il protagonista. Uno
di quei ragazzini molesti che se gli dici “non toccare” la prima
cosa che fa è metterci tutte e due le mani sopra, uno che si infila
in posti dove non si dovrebbe ed escogita complicate macchinazioni
per entrare in stanze segrete solo ed esclusivamente per appagare la
sua curiosità e un po’ anche la nostra. In pratica è Alberto
Angela.
Dà parecchio
filo da torcere al suo maestro, che sarebbe Leonardo da Vinci, il che non è
cosa da tutti. È un ragazzino imbecille e ficcanaso senza il minimo istinto di autoconservazione
e lo adoro per questo.
3) Il cattivo. Un mostro-demone-coso strano non ben identificato (all’inizio del romanzo almeno, poi si capirà, ma non voglio spoilerarvelo), con occhi d’oro, ali retrattili e armi nascoste. Praticamente la versione esponenzialmente più figa e intrigante dell’ispettore gadget. E poi si esprime in modo strano ed enigmatico. Cioè, i suoi dialoghi sono scritti tutti in italico, come si può resistere?
3) Il cattivo. Un mostro-demone-coso strano non ben identificato (all’inizio del romanzo almeno, poi si capirà, ma non voglio spoilerarvelo), con occhi d’oro, ali retrattili e armi nascoste. Praticamente la versione esponenzialmente più figa e intrigante dell’ispettore gadget. E poi si esprime in modo strano ed enigmatico. Cioè, i suoi dialoghi sono scritti tutti in italico, come si può resistere?
4) L’alchimia. Perché l’alchimia è una figata e come è descritta nel libro, con gran coinvolgimento di pianeti, piante e minerali, lo è ancora di più.
5) Il castello Sforzesco. Pieno di
passaggi segreti che si aprono con meccanismi improbabili e percorsi nascosti
nelle intercapedini dei muri, che formano una specie di gigantesco labirinto
(probabilmente non proprio fedele all’originale, ma il libro comunque è un
fantasy, quindi fottesega dai). Il tutto condito con stanze piene di libri qua
e là e i caotici appunti di Leonardo sparsi in giro. Il mio secondo castello
preferito in tutta la letteratura fantasy, subito dopo Hogwarst.
E se cinque motivi non vi bastano, vi
do un bonus:
6) È un fantasy italiano, scritto da un italiano e ambientato in Italia con protagonisti italiani (a parte i francesi che assediano il castello, ma quello non conta). Insomma, non è che abbia niente conto gli scrittori americani, però ultimamente qualcuno sta facendo passare il messaggio che il fantasy italiano è sterco (lo so che è ironico scritto su un blog dove i voti li diamo in cacchine, non fateci caso), e questo libro è l’ennesima prova che non è vero.
6) È un fantasy italiano, scritto da un italiano e ambientato in Italia con protagonisti italiani (a parte i francesi che assediano il castello, ma quello non conta). Insomma, non è che abbia niente conto gli scrittori americani, però ultimamente qualcuno sta facendo passare il messaggio che il fantasy italiano è sterco (lo so che è ironico scritto su un blog dove i voti li diamo in cacchine, non fateci caso), e questo libro è l’ennesima prova che non è vero.
Boh, lo so che sarebbe stata più
divertente una recensione cattiva, però il libro era bello proprio, non è colpa mia.
Scusate.
Il mio voto: 4 cacchine rosa patriottiche
Purin
Ottimo consiglio di lettura ;-) (A "In pratica è Alberto Angela" sono morta XD)
RispondiEliminaGrazie! Siamo contente che tu l'abbia trovato divertente ed interessante! ;)
EliminaConcordo su ogni punto della recensione :) Anche a me è piaciuto moltissimo!
RispondiElimina"In pratica è Alberto Angela." LOL xD