venerdì 29 luglio 2016

Obsidian - Solo perché è figo non vuol dire che non sia un maniaco


Titolo: Obsidian
Autrice: Jennifer L. Armeh... Jennifer L. Arhmen... Vabbè, è sulla copertina.
Editore: Giunti
Prezzo: Kindle 3,99 €, Copertina rigida 10,20 €







Visto che amo farmi del male a un livello profondo e indelebile, dopo una breve pausa ho di nuovo pescato nel mucchio di libri che so già essere orrendi e ne è emerso Obsidian.
Partiamo dalla protagonista. In pratica la Armert… No, sono troppo pigra per scriverlo tutte le volte, non ricordo mai dove va la “R” e se ci va la “H”. Chiamiamola J.A.
Dicevamo, J.A. ha fatto una ricerca di mercato e ha scoperto che la lettrice media ha un blog, così Katy ha un blog pure lei e lo menziona completamente a sproposito ogni volta che ne ha l’occasione. Ma anche quando non ce l’ha. Avete presente i vegani o i salutisti, che gli chiedi come è andata la dichiarazione dei redditi quest’anno e loro dicono “A proposito, sono vegano!”? Ecco. (Oh, nulla contro i vegani eh, è solo un esempio. Che qui ormai bisogna sempre specificare). Insomma, secondo me si vede lontano un miglio che è una cosa messa lì per accalappiare lettrici. Il che ci sta, per carità, scrivere un libro con il solo scopo di venderlo tanto e fare quattrini a palate è un lavoro perfettamente rispettabile e onestamente se ne fossi capace lo farei pure io. Però io un po’ mi vergognerei di mostrare così palesemente che la protagonista è costruita ad minchiam solo per vendere alle ragazzine, insomma, cercherei di mascherarlo. Non J.A, no.


Katy accenna in continuazione il fatto che legge i libri o che aggiorna il blog, ma resta così sul vago da farci dubitare che in realtà sia solo la scusa che usa con sua madre per giustificare il tempo che passa a guardarsi i filmini porno al computer. Del resto scopriremo presto che Katy è un’invasata, quindi può essere.

In ogni caso, confermando lo stereotipo che gli americani passano la loro esistenza a trasferirsi dalle megalopoli a paesini dimenticati da Dio, la storia inizia con la madre di Katy che, per rifarsi una vita dopo la morte del marito avvenuta tre anni prima, decide di trasferirsi dalla Florida a una cittadina del West Virginia, tanto piccola che non consegnano nemmeno la posta. Cioè, WTF, la posta la consegnano pure nei paesini sperduti dell’Africa equatoriale, facendosi chilometri e chilometri in bicicletta su strade fangose infestate dai coccodrilli, ma non lì. Si vede che il sindaco ha bisticciato col postino.

In tutto il primo capitolo avremo Katy che si lamenta della stanza, della madre che cucina la colazione e brucia le uova, del fatto che lei è bruttina con occhi e capelli castani mentre sua madre è stupenda anche vestita da infermiera… insomma, lagne.


Probabilmente nella speranza di liberarsi di lei, la madre le dice che i vicini sono ragazzi della sua età, che andasse a rompere un po’ le balle pure a loro, così con la scusa di chiedere dove si trova il supermercato o qualcosa del genere va a bussare alla porta accanto.

“Dall'altra parte si udirono dei passi pesanti, poi la porta si spalancò e mi ritrovai davanti un petto ampio e muscoloso.



E nudo. Abbassai lo sguardo e rimasi… senza fiato. Quel ragazzo aveva addominali pazzeschi. Perfetti. Di quelli che ti fanno venire voglia di allungare una mano. Non me lo sarei aspettata da un ragazzo di diciassette anni, ovvero l’età che credevo avesse, ma non osavo lamentarmi. Né parlare. Guardavo e basta.”

Converrete con me che la ragazza ha fatto una consistente figura di merda, e infatti lui, Daemon, il nostro protagonista maschile (vi sfido a indovinare il colore di occhi e capelli), la tratta giustamente come una mentecatta finché lei non se ne va in lacrime. Perché piange per le prese per il culo di uno che nemmeno conosce, invece di mandarlo a quel paese e riderci su, io non lo so.

Nonostante tutto riesce ad arrivare al supermercato e incontriamo un’altra protagonista della serie: la sorella gemella del figaccione di prima, Dee.

 Come Katy descrive Dee: “[…] quella ragazza era troppo bella per starsene lì con una confezione di uova in mano. Spiccava come un girasole in un campo di grano.” (Se qualcuno sa spiegarmi perché una bella ragazza non può tenere in mano delle uova mi contatti in privato per favore)

Come una mia Amica Saggia descrive Dee: “È insopportabile. Sembra fatta di coca metà del tempo e per il resto in preda a una sbronza triste”. Io sto con Amica Saggia, ma se volete leggete il libro e poi facciamo partire il televoto.

Dee e Katy fanno subito amicizia, ma Daemon non ne è contento. Ora inizia la sequenza di eventi che mi ha fatto desiderare di essere un personaggio del libro per poter chiamare la polizia, mannaggialamiseria. Vi riporto un po’ di dialoghi.





Scena 1: La fiera del buon gusto. Dee e Katy stanno facendo giardinaggio.
«È così che impieghi il tuo tempo libero?» mi domandò Daemon ignorando la sorella. «Ah… ora hai deciso di parlare con me?» dissi sorridendo e afferrai una manciata di pacciame. Lo schiacciai a terra, bagnandolo con un po’ d’acqua. «Sì, è una specie di hobby. E il tuo qual è? Prendere a calci i cuccioli?» «Non credo sia il caso di dirtelo davanti a mia sorella» rispose lui, malizioso.


Con un ghigno sulle labbra lui mi guardò. «Ti impedisco di essere amica di mia sorella.» […] Un attimo prima era in piedi accanto a Dee, l’attimo dopo me lo ritrovai davanti. E con davanti intendo proprio, davanti. Non poteva essersi mosso così velocemente. Era impossibile. Eppure eccolo lì, a due centimetri da me, che mi fissava dall'alto.


(Per capirci, due centimetri è tipo così: 
se qualcuno venisse a due centimetri da me gli spaccherei il naso, sappiatelo.)

«Come… come hai fatto…?» Feci un passo indietro, a corto di parole. L’intensità del suo sguardo mi fece rabbrividire. Oh cavolo… «Stammi bene a sentire» disse lui, facendo un passo avanti. Io indietreggiavo e lui avanzava, finché non mi ritrovai con le spalle contro uno degli alberi più alti. Daemon chinò la testa e quegli occhi di un verde così innaturale inghiottirono tutto. [L’avevate indovinato il colore degli occhi?] Emanava calore da tutto il corpo. «Te lo dico solo una volta. Se succede qualcosa a mia sorella, ti giuro…» Esitò e lo sguardo gli ricadde sulle mie labbra socchiuse. Io smisi di respirare. Per un attimo nei suoi occhi vidi una luce strana. Di nuovo certe immagini mi affollarono la mente. Immagini di noi due, sudati e ansimanti. Mi morsi un labbro per riassumere il controllo, ma lui mi guardò compiaciuto e capii che anche questa volta sapeva esattamente a cosa stavo pensando. Che fastidio… «Sei sporca.» Sgranai gli occhi. Modalità finta tonta. Ora. «Come, scusa?»
«Sei sporca» ripeté lui, a voce bassa perché Dee non potesse sentire. «Di terra, Kitty, cos'hai capito?»
«Io? Niente» dissi sperando che si allontanasse almeno un po’. Non ero esattamente a mio agio ad averlo così vicino. «Sto facendo giardinaggio. Ci si sporca.» Il suo labbro ebbe un fremito. «Si può essere… sporchi in molti altri modi, ma non ho intenzione di mostrarli a te.»


Insomma, riassumendo, prima di tutto lui le impedisce di vedere sua sorella, cosa che mi sembra chiaramente un comportamento maniacale. Poi la minaccia e la mette con le spalle contro un albero, e la reazione di Katy è arraparsi. Poi lui riesce a insultarla e a fare allusioni sessuali viscide nella stessa frase. Tutto normale.

Ragazze se uno fa così con voi, vi prego chiamate la polizia. Sul serio. Per favore.

Scena 2: lo stalker.
Qualcosa come il giorno dopo (il passare del tempo è reso in modo molto confuso, non si capisce una cippa), Katy sta tentando di lavare la macchina con scarso successo. Quanto può essere difficile lavare una macchina? Vi chiedere voi. Eppure Katy non ce la fa, si bagna dalla testa ai piedi, fa cadere la spugna una dozzina di volte… insomma, una scena avvincente in cui la ragazza combatte contro una macchina recalcitrante ad essere lavata e perde miseramente. Forse la scena più emozionante del libro. In tutto questo ovviamente Daemon la spia. Ora riporterò un pezzo molto lungo, ma sottolineerò le parti importanti e scriverò in rosso i miei commenti, così non dovrete leggerlo tutto se non vi va.
Può causare cecità, convulsioni e scatti di rabbia.
«Sembra proprio che tu abbia bisogno di una mano.» Per poco non mi venne un colpo. Daemon era a pochi passi da me, le mani infilate nelle tasche dei jeans sbiaditi. I suoi occhi brillavano come smeraldi alla luce del sole. Che paura… Non l’avevo nemmeno sentito arrivare. […] Lui non sorrideva ma almeno non aveva lo sguardo omicida dell’altra volta. Al contrario, mi guardava con un’espressione di bonaria rassegnazione, la stessa che avevo io quando dovevo scrivere una recensione negativa su un libro che mi aspettavo fosse spaziale. Vi ricordate di quando parlavo di allusioni al blog messe ad minchiam? Ecco.
[…] «Il bagno l’hai fatto a te, piuttosto che alla macchina. Non immaginavo fosse tanto difficile, ma sono rimasto a guardarti per una quindicina di minuti (quindici minuti sono quasi un episodio dei Simpson. Non è poco) ed è bastato a convincermi che dovrebbe essere ammessa fra le discipline olimpiche.»
«Mi stavi guardando?» Inquietante. Anzi, intrigante. No, intrigante no! Buona la prima, era inquietante
[…] «Ti servirebbero delle gomme nuove. Queste qui sono lisce e l’inverno da queste parti non scherza.» Non m’importava niente delle gomme. Volevo solo sapere perché se ne stava lì, a parlare con me, quando l’ultima volta che ci eravamo visti mi aveva trattata come fossi l’anticristo e mi aveva sbattuto contro un albero blaterando zozzerie e… perché diavolo non mi ero pettinata stamattina?! STAVI PARLANDO DI COME TI HA SBATTUTA CONTRO UN ALBERO BLATERANDO ZOZZERIE E ORA TI CHIEDI perché NON TI SEI PETTINATA? COS'HAI NEL CERVELLO RAGAZZA, GHIAIA?


[…] «Immagino di doverti delle scuse.»
«Immagini?»
Daemon mi puntò gli occhi addosso e per un soffio riuscii a schivare il getto d’acqua mentre lui si concentrava sull'altro lato dell’auto. «Già, Dee voleva assolutamente che portassi qui le chiappe e facessi il carino[…]»  «Be’, scusarsi senza volerlo davvero è come non scusarsi.» Lui emise una specie di gemito d’approvazione. «Hai ragione.»
Lo guardai male. «Mi prendi in giro?»
«Assolutamente no» disse come se nulla fosse mentre girava intorno alla macchina. «Sono serio, non ho avuto scelta, mi ha costretto lei a essere carino con te.»
«Non mi sembri il tipo che fa cose che non vuole.»
«Di solito no, infatti.» Si spostò dietro l’auto. «Ma mia sorella mi ha preso le chiavi della macchina e, finché non mi comporto bene, non me le ridà. Farne una copia è una gran seccatura.» Ma che ca… di motivo è? Che senso ha?



[… vi risparmio la parte in cui parlano dell’ora a cui vanno a dormire la sera, lui lava la macchina mettendo in mostra gli addominali pazzeschi, occhi verdi che luccicano, fossette sul mento, labbra che chissà come bacia bene, lui fa lo stronzo e Katy si arrapa perché ha problemi seri. Erano tipo due pagine.]

«Avrò un caratteraccio, ma la maggior parte della gente lo trova affascinante.» Stavo per rispondere ma commisi l’errore di incrociare il suo sguardo. Immediatamente fui catturata dall'intensità dei suoi occhi, da quel verde così simile alle zone più limpide delle Everglades.
«Stento… a crederci.»
Sorrise appena. «Dovresti, Kat.» Mi prese una ciocca di capelli sfuggita alla molletta e iniziò ad arrotolarsela intorno al dito. «Che colore è questo? Né castano né biondo.» 1) Don’t touch me 2) Ma sei serio? Che cavolo di domanda è? cosa ti fumi?
Mi andavano a fuoco le guance. Gli strappai la ciocca di mano«Castano chiaro.» 3) Ma che cavolo di risposta è? No, io non –



«Mmm» fece lui annuendo. «Tu e io dobbiamo escogitare un piano.»
«Cosa?» Mi spostai di lato e conquistai un po’ di spazio, sospirando di sollievo. Avevo il cuore in gola. «Noi non dobbiamo fare proprio un bel niente.» Daemon si mise a sedere sugli scalini e si appoggiò sui gomiti, allungando le gambe. «Comodo?» chiesi, stizzita. «Molto. Dunque, dicevamo, il piano…» Rimasi a qualche passo di distanza. «Ma di che cosa stai parlando?»
«Ricordi, io faccio il carino con te, lei mi ridà le chiavi.» Incrociò le gambe e il suo sguardo scivolò lontano, fra gli alberi. «Il nostro piano ha a che vedere proprio con me che me le riprendo. […] L’unico modo per farmi dire dove sono nascoste è guadagnare punti con qualche buona azione. Vedi, mia sorella è proprio fissata con questa cosa, sin dai tempi delle elementari.»
Cominciavo a capire. Sorrisi. «Okay…?»
«Per riavere le chiavi, devo guadagnare punti» spiegò. «E guadagno punti solo facendo il carino con te.»
[…] «Cosa dovresti fare?»
«Portarti al lago domani. Se lo faccio, mi dirà dove ha nascosto le chiavi… e dovrò pure essere gentile.» Credevo scherzasse ma più lo guardavo, più iniziavo a sospettare che dicesse sul serio. Rimasi a bocca aperta. «Quindi l’unica speranza che hai di rivederle è portarmi a nuotare e trattarmi bene?»
«Però, capisci in fretta…»
Altra risata grassa. «Allora dì pure addio alle tue care chiavi.» Sul suo viso apparve un’espressione di sorpresa. «Perché?»
«Perché io non vengo da nessuna parte con te» risposi. «Ma non abbiamo alternative.»
«No. Tu non hai alternative, io ne ho eccome.» Lanciai un’occhiata alla porta chiusa alle sue spalle, domandandomi se la mamma stesse origliando. «Non sono mie le chiavi.»
Questo è il momento in cui per un attimo mi illudo che Katy sia tornata sui binari della sanità mentale. È la prima cosa sensata che dice. Qui però è come andare sulle montagne russe: proprio quando pensi che il trenino del nonsense abbia finito la sua corsa, scende in picchiata e si sfracella al suolo.
Daemon rimase a guardarmi per un po’, poi sfoderò un gran sorriso. «Stai dicendo che non vuoi uscire con me?»
«Mmm, no.»
«Perché no?»
Alzai gli occhi al cielo. «Primo, perché sei un idiota.»
Lui annuì. «Possibile.»
«E secondo perché non esco con uno solo perché gliel'ha ordinato la sorella. Non sono tanto disperata.»
«Ah, no?» Sentii la rabbia salire e feci un passo avanti. «Vattene dalla mia veranda.» Lui sembrò pensarci su, poi rispose: «No».
«Come?» sbottai. «Che significa no?» Appunto, che significa no? Non puoi semplicemente rispondere di no!
«Non me ne vado finché non accetti di venire a nuotare con me.» A quel punto mi uscì il fumo dalle orecchie. «Allora puoi anche restartene qui a brucare l’erba per tutta la vita Ecco, appunto! Risposta corretta! Digliene quattro Katy, riguadagnati la mia stima! 
Lui si mise a ridere. «Esagerata…»
«No, non direi» ribattei, salendo i gradini. Daemon allora si girò e mi afferrò una caviglia, senza stringere, però. Aveva la mano così calda. Ah beh, se non stringeva allora sì. MA TIRAGLI UN CALCIO SUI DENTI!

Abbassai lo sguardo e lui mi fece un sorriso da angioletto. «Resterò qui notte e giorno. Mi accamperò sotto il tuo portico per una settimana intera, se necessario, Kitty. Le cose sono due: o mi accontenti e la facciamo finita subito o mi troverai qui finché non mi dirai di sì. Non ti lascerò più uscire.»


Lo guardai sconvolta. «Non puoi fare sul serio.»
«Scommettiamo?»
«Ma dille che ci siamo andati e che mi sono divertita.» Cercai di liberarmi ma lui non mollò la presa. «Menti.»
«Lo capirebbe. Siamo gemelli. Certe cose le percepiamo.» Poi esitò. «Non sarà che ti vergogni di farti vedere in costume da me? Eh?» Mi aggrappai alla ringhiera e cominciai a tirare. Quel cretino mi tratteneva delicatamente, eppure non riuscivo proprio a liberarmi.
Ancora questo delicatamente? Ti sta trattenendo. Con la forza. Contro la tua volontà. È il vicino di casa che conosci appena. URLA! CHIAMA AIUTO!
«Vengo dalla Florida, idiota. Ho passato metà della mia vita in costume da bagno.»
«E allora?»
«Tu non mi piaci.» Mi arresi e rimasi lì in piedi. La sua mano mi trasmetteva un specie di pizzicorino. Era una sensazione stranissima. «Lasciami.» Guardandomi dritto negli occhi, lentamente iniziò a sollevare un dito dopo l’altro. «Non ho intenzione di rassegnarmi, Kitty. Tu farai come ti dico.»

A me questo “Tu farai come ti dico” ha gelato il sangue nelle vene. Non mi va nemmeno di farci una battuta sopra. Cercatevi su internet storie VERE di uomini che non accettano il “no” come risposta e traete le vostre conclusioni. Immaginatevi un ragazzo che vi trattiene contro la vostra volontà e si accampa nel vostro giardino giorno e notte per non farvi uscire di casa e poi ditemi che effetto fa. Io trovo gravissimo che in un libro vengano proposti modelli del genere e che vengano pure fatti passare come il figo della situazione. Non è accettabile. Fine.


Ancora meno accettabile è che Katy al lago ci va davvero, in un posto isolato, nel bosco, dimenticato da Dio, loro due soli, dopo che lui l’ha minacciata.
Non solo, si fa un sacco di seghe mentali nello scegliere il costume, per dimostrare che lui aveva torto nel pensare che avesse rifiutato per timidezza. In questa occasione inizia a venire fuori la natura sovrannaturale di Daemon, perché si tuffa nel lago e ne emerge dieci minuti dopo, cercando di convincere Katy che è un’allucinata e che di minuti ne sono passati solo due. Tagliando corto, lui alla fine non la ammazza e l’uscita va quasi bene a detta di Katy (Aveva persino provato a fingere di volermi baciare... un vero gentiluomo), tanto che escono di nuovo, anche se Dee ha già restituito le chiavi, e se ne vanno di nuovo a spasso nel bosco. Io non avrei sfidato la sorte se fossi stata in Katy, infatti incontrano un orso e Katy sviene, dando occasione a Daemon di salvarle la vita e riportarla a casa in braccio. Fin qui tutto ok, se non fosse che quando si sveglia lui la stia abbracciando e

[…] la sua mano mi stringeva la vita, mentre col pollice mi accarezzava piano disegnando piccoli cerchi proprio sull'orlo della mia maglietta. A ogni cerchio la maglietta saliva un po’ finché non sentii il calore della sua pelle sulla mia.

Non ditemi che è romantico per favore. Si conoscono appena, lei è svenuta e lui la sta toccando. E invece niente, a Katy sta bene così.


Prossimo evento degno di nota, Katy decide di andare in biblioteca e fa più tardi del previsto, perché è ancora lì che legge quando la bibliotecaria spegne tutte le luci e lei deve cercare l’uscita a tentoni. Io da brava procrastinatrice che si trova a dover preparare un esame in quattro giorni sono stata in biblioteca fino all'ora di chiusura un sacco di volte, ma di solito fanno uscire tutti prima di spegnere le luci. Si vede che in America non si usa. Vabbè.
Fuori dalla biblioteca un uomo la avvicina chiedendole una chiave inglese per cambiare una ruota, e mentre lei la cerca nel bagagliaio lui la aggredisce, mostrando di avere una forza sovrumana (quindi perché usare la scusa della chiave inglese per avvicinarla? Bah). In pratica questo tizio vuole sapere da Katy dove si trova qualcuno, ma lei non ha idea di chi parli e il tizio invece di essere più specifico la pesta più forte. Sembra quasi che stia per ammazzarla quando interviene Daemon, lo fa scappare e la salva, senza perdere occasione di comportarsi da stronzo però.

«Uno sconosciuto ti si avvicina con la scusa di aver bisogno di aiuto, in un parcheggio deserto, e tu… lo aiuti? È stata la cosa più stupida che potessi fare.» Si mise a braccia conserte e mi guardò con aria di rimprovero. «Adesso mi verrai anche a dire che accetti caramelle da chiunque e ogni volta che vedi un furgone con su scritto “Cuccioli in regalo”, ci sali.»

Non dico che non abbia ragione, più o meno, ma contate che lei è a terra mezza morta. Ma avevamo già capito che non è mister delicatezza.
Comunque, andando avanti, segue una serie di scene inutili in cui comincia la scuola, Daemon fa lo stronzo, Dee è una schizzata, scopriamo che Daemon e Dee avevano un altro fratello che è scomparso e che c’è un’altra tripletta di gemelli in città, due ragazzi e una ragazza, Ash, che sarebbe la pseudo-fidanzata di Daemon e che è ancora più stronza di lui, e pure bionda. Insomma, i classici cliché da teenager americani. Insomma, devono passare tre o quattro capitoli prima che succeda effettivamente qualcosa, e quel qualcosa è Daemon e Katy che vanno a spasso di notte, nel bosco, perché lui le deve parlare.

Ho detto che è di notte, anche se Katy ha subito un’aggressione di recente?
E ho detto che è di notte nel bosco in cui hanno già incontrato un orso?


Deve esserci un glich nella selezione naturale perché questa ragazza non può aver vissuto 17 anni.

Cosa doveva dire Daemon a Katy nel bosco, di notte, che non si potesse dire nel salotto di casa davanti a tè e biscotti? Di stare alla larga da lui e da sua sorella. Katy si offende perché pure lei da qualche parte aveva un limite, e quindi scappa correndo di notte, nel bosco, quello popolato da orsi (ci torno su perché sono stata nel bosco di notte, anche da sola, ma era un bosco popolato al massimo da cinghiali e al buio fa comunque una certa impressione, non è che ci vai a passeggiare come se niente fosse).
Questa volta, scappando, non incontra un orso, ma un camion sì. Sbuca in mezzo alla strada, vede un camion che le arriva addosso e si blocca.


Per sua fortuna anche il furgone si blocca, grazie a Daemon, che per fermare il tempo ha dato fondo ai suoi poteri e si è illuminato tipo lampadina. Lì per lì Katy scappa, ma Daemon la insegue e con grande delicatezza la placca. Ne vero senso del termine, perché la butta per terra. Delicatamente però, eh.

Questa volta non è che si può inventare storielle, è costretto a fare coming out, e lo fa in un dialogo che fa abbastanza cadere le braccia.

«Be’, ormai l’avrai capito che non sono umano.» Respiravo a fatica. «Speravo di sbagliarmi…»
«Vengo da molto, molto lontano» disse lui con un sorriso. «Cosa intendi per molto, molto lontano? Dove siamo, in Guerre stellari?» Daemon mi guardò serio. «Vengo da un altro mondo.» Ma dai?! «Cosa sei? Un vampiro?» Lui alzò gli occhi al cielo. «Stai scherzando?»
«Perché?» sbottai. «Se non sei umano, allora restano poche opzioni. E poi… hai fermato un furgone senza neanche toccarlo!»
«Tu leggi troppo» disse Daemon, esasperato. «Non sono un vampiro, né un lupo mannaro, né uno zombi…»
«Meno male, ci tengo a quel poco di cervello che mi rimane» borbottai. «E non è vero che leggo troppo. Non mi verrai a dire che sei un… alieno? Gli alieni non esistono.»

Gli alieni non esistono ma i vampiri sì. Questa è discriminazione!

Daemon spiega che sono alieni che vengono da una galassia lontana lontana dove si parla il latino, infatti si chiamano Luxen e sono fatti di luce. Il loro pianeta è andato distrutto dai loro nemici giurati, gli Arum, e loro sono fuggiti sulla terra per salvarsi. In quella zona ce ne sono tanti perché dei minerali presenti nelle montagne nascondono la loro presenza dai loro nemici, ma se usano i loro poteri in presenza di umani lasciano loro addosso una traccia che, montagne o no, li fa brillare alla Edward Cullen (agli occhi degli altri alieni). Logico no?


Tutti i loro poteri derivano dal fatto che sono fatti di luce, infatti possono muoversi alla velocità della luce (segnatevelo), fermare il tempo, creare il fuoco, muovere le cose con la forza del pensiero e guarire le ferite. Ora, io non ho una laurea in fisica quantistica, ma… a me sembra che qui si stia facendo una gran confusione fra luce, calore e poteri magici. Mah, sarà che sono troppo pignola, però non sarebbe un grosso problema se non ripetesse più e più volte che tutti i loro poteri derivano dall'essere fatti di luce. E dì che fanno tutto quello che vogliono perché sono alieni superfighi e basta no? No, J.A gode a darsi la zappa sui piedi.
Il governo sa della presenza degli alieni e li lascia vivere sul suolo americano, anzi, gli passa pure un vitalizio perché possano provvedere alle loro piccole spese: macchine di lusso, vestiti firmati, belle case… Aspettate che Salvini lo venga a sapere! PRIMA I TERRESTRI!


In tutto questo, la domanda che viene in mente a Katy è “ma voi lo fate sesso?” E dico solo che Daemon risponde in modo non verbale, facendole sentire il pacco con la discrezione e l’eleganza di un lord. Giuro, letteralmente glielo appoggia.
Dopo tanto sfoggio di raffinatezza arriva la scena del ballo. Cioè, non proprio subito, ho saltato sei capitoli in cui tutto quello che succedeva era che Daemon e Katy si piacevano e tutti lo notavano eccetto loro due perché ecc. ecc. la solita solfa. Poi arriva il ballo, e Katy ci va letteralmente col primo che passa e la invita, anche se tutti glielo sconsigliano perché a quanto pare tende ad essere uno smanaccione. Ovviamente va malissimo: il tipo si presenta ubriaco, fa il viscido con la madre e inizia subito ad allungare le mani. Per essere chiari:

All'improvviso Simon apparve dal nulla e, afferrandomi per la mano, mi trascinò via da Dee, verso la pista. Non era nemmeno un lento, ma lui mi mise le grosse braccia intorno alla vita e mi si abbarbicò. 
La fiaschetta che aveva in tasca mi premeva contro le costole.
Cercai di staccarmi ma non ci riuscii.
Ero troppo presa a sventare gli attacchi delle sue dita tentacolari che mi palpavano ovunque.
Mi sentivo addosso ogni singolo centimetro del suo corpo e a lui non sembrava dispiacere affatto. Sudai freddo quando a un certo punto fece scivolare la mano giù dalla spalla e mi sfiorò il seno.

PER L’AMOR DI DIO CHIAMA UN INSEGNANTE, UN AMICO, QUALCUNO! No, invece no, deve fare dispetto a Daemon quindi dopo il ballo va al falò con Simon la piovra umana. Come se non bastasse si allontana da tutti gli altri, da sola con lui. Ovviamente lui la aggredisce e Daemon deve intervenire per salvarla.

Ora, io odio quando una ragazza viene aggredita e tutti a chiedere “Com'era vestita?” o “Che ci faceva lì da sola di notte?” e odio ancora di più quelli che dicono “Se l’è cercata”, perché non è mai, mai colpa della vittima, è sempre colpa dell’aggressore.

MA PER L’AMOR DI DIO RAGAZZA, QUESTO TI METTE LE MANI ADDOSSO DA DUE ORE ED è UBRIACO nonché UN PALESE STRONZO E TU LO SEGUI NEL BOSCO?
Lo fa apposta. Lo so che l’ha fatto apposta per farmi dire che se l’è cercata, accusarmi di incoerenza e mettermi alla gogna, quindi non lo dirò. Però lo sto pensando. Lo sto pensando molto intensamente.


Comunque sia, Daemon nel salvataggio ha usato di nuovo i suoi poteri, quindi Katy brilla come un faro e mentre tornano a casa in macchina degli Arum li attaccano. Daemon dimostra grande abilità da stratega militare, dà la sua unica arma a Katy (una lama di ossidiana, da cui il titolo del libro immagino, che sarebbe un po’ il tallone d’Achille degli Arum) e le dice di scappare.
Hanno tutti un desiderio di morte in questo libro, ve lo dico io.
Katy però non scappa, per il desiderio di morte di cui sopra, e salva Daemon proprio mentre sembra che lui stia per essere ammazzato.

Con lo scontro e tutto il resto Katy è diventata una specie di faro per gli alieni cattivi e quelli buoni (fra cui il loro professore di fisica e gli altri tre gemelli di cui vi avevo parlato) iniziano a discutere una strategia per eliminare la minaccia. Dal nulla tirano fuori la teoria che facendo attività fisica la traccia sparisca, così Daemon si presenta a casa di Katy e le propone di andare a correre. La sua risposta è “Ma sei matto, piove.” In pratica meglio farsi ammazzare dagli alieni che correre sotto la pioggia. 
Non le posso dare torto. 
Daemon che è un tipo pratico e accomodante propone altre soluzioni, come saltellare per un’ora o fare sesso. Katy non la trova un’idea malvagia sotto sotto, però rifiuta e nega fermamente di provare qualcosa per lui. Infatti due pagine dopo si stanno baciando avvinghiati come mandrilli, fanno saltare la luce elettrica e friggono il portatile, finché Daemon non smette di colpo, annuncia che la traccia è sparita e fa un’uscita da gran signore.


Siamo quasi alla fine, non abbiate timore. Mentre Dee e Katy sono a casa da sole arriva una telefonata di Daemon con una brutta notizia: far sparire la traccia è stato inutile perché l’ultimo Arum superstite del gruppo che li aveva attaccati (non ci è dato sapere come e perché) si dirige a gran velocità verso di loro. Devono resistere finché Daemon non arriva, insomma, questione di dieci-quindici minuti.
UN ATTIMO.


Non potevano muoversi alla velocità della luce? La luce ci mette otto minuti a viaggiare dal sole alla terra. Dove cavolo è andato? Su Giove? Ho capito non esagerare nell'usare i poteri per non essere sgamati, ma sta per attaccare un alieno, è una questione di vita o di morte, fattela una corsetta!

E invece ci pensa Katy a salvare la situazione, con un piano che ha più falle di un colapasta. Dee le deve lasciare addosso una traccia, così lei prende la macchina e guida lontano in modo da attirare l’Arum. Questo è per evitare che scopra dove vivono. Ma se la sua traccia non si vede più e l’Arum sta comunque andando nella loro direzione, non può essere che già lo sappia? Bah. In più dov'è che vuole attirarlo? In centro, così magari davanti a tante persone non attacca? In un luogo che almeno almeno sia illuminato? No.

Di nuovo nel maledetto bosco.
Nel posto in cui è stata aggredita da Simon la piovra.
Così nel caso l’alieno non l’ammazzasse magari trova un maniaco disposto a farlo.


L’alieno cattivo la raggiunge in fretta e inizia a chiederle dove si nasconde Daemon e a pestarla di brutto come da copione, poi quando lei è più di là che di qua, ovvero dopo qualche minuto a giudicare dallo scambio di battute e dalle botte da orbi, Daemon arriva. Con comodo eh!

Iniziano a volare randellate da tutte le parti fra l’Arum, Daemon e pure Dee che però va K.O. praticamente subito. Cioè, prima distrae Daemon chiamandolo e attirando la sua attenzione sul fatto che Katy è ormai al punto in cui vede la luce, poi va K.O. distraendo Daemon ancora di più. Non si limita ad essere inutile, fa gioco di squadra col nemico proprio.
Sono tutti e tre K.O e sembrano spacciati e poi… boh, non ho capito bene che succede, una sfera di luce dal cielo va nel petto di Katy, lei galleggia… insomma, robe strane, e poi l’Arum muore e tutti sono felici, non fosse che Katy sta decisamente morendo. Daemon manda Dee a chiamare l’ambulanza e di nascosto la cura e le salva la vita. Perché di nascosto da Dee non saprei.

Fine.

Anzi no, finisce che curandola sono diventati una cosa sola, hanno una specie di telepatia e il loro cuore batte all'unisono e menate del genere, e Daemon se ne esce con un
“Oh, mettiamoci assieme.”
“No, sei uno stronzo.”
“Ma tu mi piaci e io ti piaccio quindi mettiamoci assieme.”
“No, non voglio.”
“Lo vedremo.”
"Ma tutto sommato un pensierino ce lo sto pure facendo."
*dialogo rivisitato ma il senso era quello*

Concludendo, non è che questo libro sia scritto proprio malissimo. Usa un linguaggio moooolto povero ma pazienza, almeno è corretto grammaticalmente. La trama pure poteva quasi salvarsi, non fosse per l’incoerenza nel dire che hanno dei poteri perché sono fatti di luce e poi sanno fare di tutto, eccetto poi non usarli quando servono davvero.  Era pure interessante l’idea degli alieni, almeno non erano i soliti vampiri. Facciamo finta che anche la mancanza di logica in certi passaggi o in certe decisioni non sia un problema, magari sono solo stupidi, dai.
No, il vero problema sono i personaggi. Anzi, il vero problema sono Daemon e Katy. Perché non puoi darla vinta a un personaggio maschile che si comporta come un padrone e che si arroga il diritto di sapere quello che la protagonista vuole o pensa meglio di lei. Uno che fa il porco, che minaccia, stalkera e si impone. 
Questi individui vincono già troppo nel mondo reale per farli vincere pure nei libri. E il fatto che lui sia bello e palestrato non dovrebbe fare la differenza.



Purin

3 commenti:

  1. Ciao ragazze! Ho letto quello che avete pubblicato fino ad ora e mi avete fatto troppo ridere! Basta fanciulle svenevoli, uomini stalker, scintille e cuori che smettono di battere xD
    Un saluto!

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    1. Sììììì! Piuttosto i matrimoni combinati ;) Grazie mille, spero che continuerai a leggerci!

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  2. Come sprecare un fottio di carta...vi prego ditemi che non è stato stampato XD

    A presto

    **MaryA**

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