Titolo: Cinquanta
sfumature di grigio [Fifty Shades of Grey]
Autore: E.
L. James
Editore:
Mondadori
Prezzo:
14,90€ cartaceo copertina flessibile, 10€ cartaceo copertina
rigida, 6,99€ ebook, (gratis da internet, in pdf) NO.
Credevate che non leggessimo più libri orrendi, vero? E invece no. Per vostra gioia, e nostra disperazione, continuiamo a leggerne.
Io non vi dico la fatica per finire 'sto libro. Lo batte solo Touched per cui ci ho messo letteralmente più di un anno!
Io non vi dico la fatica per finire 'sto libro. Lo batte solo Touched per cui ci ho messo letteralmente più di un anno!
Prima di iniziare vi ficco due link che riassumono (più o meno) parte di ciò che
penso, uno è un articolo, l'altro un video in inglese (sul film
però, ma se avete letto il libro ritroverete tutto). Tutte cose che
avete sicuramente già sentito e letto (che tanto ripeterò comunque, ma amen):
Oh! Stavo per dimenticare: parlerò di argomenti che la maggior parte dei genitori non apprezza, ma dato che il libro è famoso per quegli argomenti, darò per scontato che siate tutti grandi abbastanza per leggere il post (che in teoria è quello che spero anche per il blog in generale, perché, diciamocelo, non scriviamo mica come due fanciulle innocenti che sniffano rose e margherite tutti i giorni...), inoltre userò un linguaggio bello e colorato. Sì, più del solito. Siete stati avvisati.
La trama la sappiamo tutti ormai: Anastasia Steel, una ragazza ordinaria, che ama leggere, con occhi e capelli castani, innocente, fissata con Jane Austen... la moderna Mary Sue, insomma.
La trama la sappiamo tutti ormai: Anastasia Steel, una ragazza ordinaria, che ama leggere, con occhi e capelli castani, innocente, fissata con Jane Austen... la moderna Mary Sue, insomma.
Viene
abbordata da Christian Grey, un uomo bello come un dio greco,
affascinante come una scarpa rotta e misterioso come la scatola di
gelato nel freezer. Ci sarà gelato, o ci saranno gli spinaci
surgelati? Il gelato
di Schrödinger:
finché non lo apri ha sia gelato che spinaci.
Lui
le propone prestazioni sessuali particolari, lei accetta ma è incerta. Viene presentato un
contratto di sesso sadomaso, in cui sono specificate le dinamiche fra Dominatore e Sottomessa che lei legge e non firma. Ma
trombano lo stesso.
Lei,
ovviamente, si innamora ma è confusa. Lui si infatua ma non può
perché è scemo e stronzo. La lega al letto e la tromba, la
sculaccia e la tromba, la benda e la tromba. Tutto con il consenso di
lei, anche se dopo lei è confusa e non sa se vuole una relazione del
genere. Allora che fa? Butta la bomba del “Fammi vedere quello che
vorresti farmi.” “Sei sicura?” “Daje!” e quindi lui la
sculaccia con la cintura. Lei piange e va via. Lui è triste e le
dice “Non volevo, perdonami. Non mi lasciare. Cambierò.” Lei se
ne va lo stesso. Fine.
Ora,
se come me bazzicate su internet da un bel po' sarete sicuramente
caduti sull'argomento sadomaso e vi sarete posti due domande, di
conseguenza vi sarete documentati un po'. Io ci tengo a fare una
specie di miniriassunto. Inoltre mi scuso in anticipo se sparerò cazzate.
Allora,
da quel che so il mondo del sadomaso non è cattivo, crudele e
violento come lo fanno spesso passare.
Quello
che ho capito io è che il sadomaso è innanzitutto un mondo molto,
molto intimo. Bisogna avere una completa e totale fiducia nel partner
da entrambe le parti. C'è un profondo rispetto per i limiti altrui
che nessuno vuole superare o infrangere. È un mondo in cui il
rispetto e la dignità vengono per primi ed il fine ultimo è il
piacere. Ma soprattutto, e cosa più importante, è
tutto consensuale: se uno dei partner vede che l'altro non è suo agio o sta
facendo tutto solo per soddisfare l'altro anche se non ne è felice,
allora si smette. Perché non è bello, né divertente fare qualcosa
con qualcuno che non la condivide appieno, ma non osa dirtelo.
Inoltre dopo la prestazione c'è quello che in inglese viene definito "aftercare", ovvero ci si prende cura l'uno dell'altro, in particolare del sottomesso.
Inoltre dopo la prestazione c'è quello che in inglese viene definito "aftercare", ovvero ci si prende cura l'uno dell'altro, in particolare del sottomesso.
Poi andatevi a documentare meglio, che la conoscenza è sempre 'na bella cosa.
Il
sadomaso è presente perché c'è 'sto fottuto contratto che salta
fuori sempre, di cui discutono sempre, ma che non viene firmato mai
(nonostante lui insista perché lei lo firmi). Entrano nella
fantomatica sala dei giochi poche volte, solo quando a lui girano.
Io
più che trovarlo sconcio, l'ho trovato noioso. Leggi
una scena e va bene. Leggi la seconda, sembra la prima, ma vabbé.
Alla terza sai che l'autrice era solo arrapata. Dalla quarta in poi hai voglia di saltare le scene di sesso
perché sono quasi tutte uguali.
Le
varianti? Vi faccio alcuni esempi: la benda e la lega,
lei indossa le mutante di lui o non le indossa proprio sotto i
vestiti, lo fanno nella vasca, lui la sculaccia....
Come
vedete di sadomaso hanno poco. Ma lui precisa sempre che non sa fare
l'amore in modo normale.
«No,
Anastasia. Primo: io non faccio l'amore; io fotto... senza pietà.»
Va
bene, ma prenditi un calmante.
«[...]Dimmelo»
ordina «Ecco, io... non ho mai fatto sesso, quindi non lo so» dico
con un filo di voce. Alzo gli occhi su di lui, che mi sta guardando a
bocca aperta, sconvolto, e pallido... molto pallido.
«Mai?»
mormora. Scuoto la testa.
«Quindi,
sei vergine?» sussurra. Io annuisco, avvampando di nuovo. Chiude gli
occhi e sembra che stia contando fino a dieci. Quando li riapre,
sembra infuriato.
«Perché
cazzo non me l'hai detto?» ringhia.
OH!
CALMATI!
T'ha
solo detto che è vergine, mica che ti ha ammazzato il gatto!
«E
non c'è stato un bel ragazzo che ti abbia fatto perdere la testa?
Proprio non capisco. Hai ventun anni, quasi ventidue. Sei una bella
ragazza.» Si passa di nuovo le mani fra i capelli.
MA
CALMATI, PORCA PALETTA!
Poi due secondi dopo
diventa tutto dolce e la prende per mano
«Vieni»
mormora.
«Dove?»
«Dobbiamo
sistemare questa faccenda, subito.»
«In
che senso? Quale faccenda?»
«La
tua. Ana, intendo fare l'amore con te adesso.»
Io
l'avrei preso a sberle. Prima le urli contro facendola sentire una
merda per essere vergine a 22 anni. Come se fosse la cosa più strana
del mondo. NON LO È, HA 22 ANNI, CRIBBIO! NON NE HA 70! A 22 anni
c'è gente che non sa nemmeno far bollire l'acqua per la pasta e
quella la trovo una cosa strana! E dopo averle urlato contro,
fai tutto il dolce e carino per portartela a letto comunque, e per
tenertela il più stretta possibile. Ma crepa.
Per
rimanere in tema sesso, le descrizioni fanno pure schifo. Vi ficco
solo qualche esempio senza perdermi in troppe parole.
Le
sue labbra si chiudono sull'altro capezzolo, e quando comincia a
succhiarlo mi vengono quasi le convulsioni.
[...]mi
lega i polsi con la cravatta, fermandola con un nodo stretto. I suoi
occhi brillano di eccitazione. Dà uno strattone al nodo: è ben
saldo. “Deve essere stato nei boy scout per aver imparato a fare i
nodi.”
Il
mio corpo reagisce, e io comincio a dimenarmi sotto il suo tocco, in
preda al languore. Le ha solo
baciato le spalle, ci tengo a precisare.
Mi
pizzica forte, e il mio corpo si agita convulsamente contro il suo
inguine.
Ora
è dentro di me, affondato fino all'elsa, e mi tiene ferma, per
alcuni secondi... minuti... non lo so, fissandomi intensamente.
Come
ho già accennato, Christià è cieco, nel senso che non vede oltre la sua erezione. Il libro è
scritto in prima persona dal punto di vista di lei, quindi il lettore sa bene che è innamorata e che non le piace ciò che lui
le fa fare. Io
capisco che la regola dice: “Se non ti piace devi dire la safeword”
e se nessuno la dice si va avanti, ma dannazione! La gente non è
sadica! Se si vede che dall'altra parte c'è qualcosa che non va, si
smette! E lui che fa?
“Se vuoi stare con me si fa così, altrimenti quella è la porta!”
Che
poi non è nemmeno sincero!
È stato bello conoscerti.
Ana
Premo INVIA, stringendomi le braccia
intorno al corpo e ridendo del mio piccolo scherzo.
[…]
Non so perché alzo lo sguardo,
forse ho intercettato un movimento con la coda dell'occhio, non lo
so, sta di fatto che lo vedo in piedi sulla soglia della mia stanza,
intento a fissarmi.
[…]
«Buonasera, Anastasia.» Ha un tono
gelido, l'espressione controllata e indecifrabile.[...]
«Ho pensato che la tua mail
esigesse una risposta di persona» mi spiega seccamente.
E poco dopo, quando
vedono il contratto lui se ne esce con:
«Al
punto successivo ho accennato prima. Puoi andartene quando vuoi,
Anastasia. Io non ti fermerò»
E lei ti deve pure credere? Sul serio?!
Ma
lui non è così terribile, eh: c'ha il passato tragico. Lo so, ha
fatto casca' le braccia anche a me.
«La donna che mi ha messo al mondo
era una puttana drogata, Anastasia. Dormi, adesso.»
Così
a lei partono i sensi di colpa da “poverino, ne avrà già passate
chissà quante e adesso arrivo io e gli dico che non voglio. Sono una
merda ecc.”
La
chiama sempre “Anastasia”, nonostante lei gli dica che preferisce
“Ana”, ma chissenefrega, vero Christià? La chiamerà “Ana”
solo quando vorrà farle raggiungere l'orgasmo o quando vuole farle
fare qualcosa che a lei non garba. Insomma, sa come manipolarla per ottenere ciò che vuole.
Un'altra
cosa che mi ha fatto abbastanza rabbrividire, e fa rabbrividire anche
Ana, è il modo in cui lui è stato introdotto al sadomaso.
«Una delle amiche di mia madre mi
ha sedotto quando avevo quindici anni.»
«Oh.» “Accidenti, era
giovanissimo!” «Aveva gusti molto particolari. Sono stato il suo
schiavo per sei anni.» Si stringe nelle spalle.
Io
sinceramente non ho capito l'intento dell'autrice a mettere una cosa
del genere. Sia chiaro, un autore non deve sempre spiegare le sue
scelte. Ci sono alcune cose nella vita che succedono e basta e non
sappiamo il perché e a me sta bene. Ma qui non ho capito l'utilità
di Mrs Robinson. Bho, magari sono strana io.
Che
poi... la doveva proprio mettere una pedofila? Per me è
una pedofila. Se sei un adulto che va con un minorenne, per quanto
lui insista, resti un pedofilo. Sei l'adulto, sta a te dire di no.
Soprattutto se hai l'età di sua madre!
Come
avrete capito Ana mi fa abbastanza pena e Christian mi fa piuttosto
schifo. Oltre a manipolarla infatti la segue pure. Ti pareva se non
avevamo uno stalker in 'sto libro. E no, non dico solo “la segue
fino a casa”, nono. La monitora proprio. E lo ammette pure! Tanto
che pure Ana lo definisce stalker.
Come hai fatto a trovarmi?»
«Ho rintracciato la chiamata,
Anastasia.» Ah, ma certo. Com'è possibile? È legale? “Stalker”
mormora la mia vocina interiore attraverso i fumi dell'alcol che mi
fluttuano ancora nel cervello, e tuttavia, trattandosi di lui, non mi
dà nessun fastidio.
E non lo fa una volta, ma più volte!
Ad un certo punto lei vuole prendere le distanze per riflettere un po'
su cosa fare e decide di tornare da sua madre (non mi ricordo i nomi
delle città, abbiate pazienza, ricordo solo che prende l'aereo), e
dice chiaramente che non vuole essere seguita perché quando c'è lui
non riesce a ragionare lucidamente. Lui che fa? Si presenta per puro,
purissimo caso, mamma mia che casualità, nello stesso posto in cui
lei e sua madre stanno prendendo un drink.
Naturalmente la madre di Ana lo invita a mangiare a casa loro. Ci vanno e
ovviamente lei non deve dirgli dove la madre abita perché lo sa già.
Non si sa come, ma conosceva già l'indirizzo nonostante fosse la prima
volta che vedesse la madre di Ana. E Ana lo sa che non è un
comportamento normale e lui fa spallucce dicendo “voglio sapere
sempre dove sei”.
«Mrs Adams, sono lieto di fare la
sua conoscenza.»
Come fa a conoscere il suo cognome?
Come fa a conoscere il suo cognome?
Restando
sulla scia delle cose serie e inquietanti, lo vediamo che non è un
rapporto sano. Vi metto delle citazioni che parlano da sole:
Le urla di Kate mi distraggono per
un attimo dall'abisso della mia sofferenza. «Che cazzo sei venuto a
fare?... Be', non puoi!... Che cosa le hai fatto stavolta? Da quando
ti ha incontrato non fa che piangere... No, non puoi entrare!»
Christian irrompe nella mia stanza e senza cerimonie accende la luce,
accecandomi.
«Cosa ci fa qui?» singhiozzo.
Merda. Non riesco a smettere di piangere. Lui accende l'abat-jour,
facendomi strizzare le palpebre. Kate appare sulla soglia. «Vuoi che
sbatta fuori questo stronzo?» mi chiede, irradiando un'ostilità
termonucleare.
“Merda! Mi darà mai il tempo di
respirare?” Guardo il telefono, accigliata. Mi sta soffocando. Con
un terrore profondo e viscerale trovo il suo numero nella rubrica e
premo il tasto chiamata. Ho il cuore in gola mentre aspetto la sua
risposta.
«Lo faccio per il tuo bene, così
puoi capire com'è davvero. Stai attenta, Ana, è un prepotente»
mormora.
«Ci vediamo dopo.»
“Io
so com'è lui, davvero, tu no!” le grido mentalmente. So benissimo
che Kate agisce con le migliori intenzioni, ma a volte tende a
superare i limiti, e stavolta lo ha fatto.
Nel caso non l'aveste intuito al danno c'è pure la
beffa: 'sto libro è scritto con i piedi. Ci sono una marea di
momenti morti che non si sbloccano. È pieno di ripetizioni e scene
lente.
I personaggi bevono alcolici
di continuo. Io capisco che abbiamo tutti sui 20 anni, ma qui si
esagera. Lei è quasi sempre mezza ubriaca!
Ogni cosa che lei
mangi ha un gusto divino
e delizioso.
Basta, finiti gli aggettivi. Sappiate che non ne esistono altri per
descrivere il cibo (sì, usa gli stessi aggettivi per descrivere lui quando lo lecca e tutto ciò che segue).
E poi c'è lei. La
dea interiore. Che appare sempre
per fare qualcosa che non capisco a cosa serva! Io capisco che sia la
rappresentazione della libido nella mente di Anastasia, ma che palle!
Le scene di sesso sono tipo “Oh mio dio, lui mi tocca lì,
la mia dea interiore
balla, salta, annuisce, vomita arcobaleni e caga zucchero.”
La
mia dea interiore balla il merengue, inframmezzato da qualche passo
di salsa.
La mia dea interiore siede nella
posizione del loto con sguardo sereno.
La
dea interiore annuisce con aria zen.
Oh, giuro, GIURO!
Non sto inventando nulla, sono citazioni testuali. E sono solo
alcune. Il libro è pieno zeppo di questa scassapalle della dea
interiore.
Bho, io direi che mi
sono lamentata abbastanza, forse troppo, ma sono sicura che appena pubblicherò il post mi verranno in mente altre cose che non ho detto. Tipo, solo ora mi rendo conto di non aver parlato dell'amico di Ana che tenta di approfittarsi di lei mentre lei è ubriaca. Ma, questo post è già un papiro così com'è quindi vi mollo così:
«Perché non ti piace essere
toccato?» domando, guardando i suoi dolci occhi grigi.
«Perché
dentro ho cinquanta sfumature di tenebra, Anastasia.» Oh... la sua
sincerità è disarmante.
Salem
Meravigliosa! Leggere questo articolo ha aiutato LA MIA DEA INTERIORE A VOMITARE tutto lo schifo che aveva per il libro in questione PUNTO
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