Autrice: Barbara
Baraldi
Casa Editrice: Mondadori
Prezzo: 16
€ cartaceo
Detto fra noi, mi aspettavo di peggio. Non è un orrore, ma non è nemmeno un bel libro. Allora perché sta fra le cacche marroni? Eh, è perché a metà libro mi sono cascate le braccia.
Trama:
Scarlett è
un'adolescente che si è appena trasferita da Cremona a Siena con un
giorno di preavviso da parte dei genitori.
Arrivata
a Siena viene subito presa di mira da tre ragazzine che incarnano lo
stereotipo americano delle ragazze di Mean Girls, ma che si fanno
chiamare le “Laviniane” perché l'Ape regina di questo gruppo si
chiama Lavinia.
Conosce
Umberto, il belloccio di turno, che ovviamente si prende una cotta
enorme per lei e la introduce alle sue nuove migliori amiche:
Genziana e Caterina.
Si
innamora di Mikael, un cantante adolescente misterioso che fa tipo da
guardiano mistico a non ho capito cosa.
Muore
il bibliotecario della scuola, amico di Scarlett (lei ama i libri e
quindi il bibliotecario la prende come aiutante, così, su due
piedi). Si scoprirà solo più tardi che è stato ucciso da un demone
che voleva un libricino. E ovviamente la nostra protagonista lo
prende e mette tutti in pericolo. Ma si risolve tutto.
Devo
dirvi la verità, fino al momento in cui Mikael rivela cos'è, il
libro non mi dispiaceva. L'autrice riesce a rendere bene come ragiona
un adolescente, il suo modo di pensare, la pressione scolastica e
sociale, le amicizie, gli amori...
Il
trasloco è stato faticoso e improvviso. Un istante prima
fantasticavo sulle vacanze estive e gli sconvolgimenti degli ultimi
giorni di scuola. Un attimo dopo scoprivo che avrei dovuto affrontare
un trasferimento e tutte le conseguenze che ne sarebbero derivate.
‒ Perché
non me l'avete detto prima? Non potrò neppure salutare i miei
compagni di classe... Faccio anch'io parte di questa famiglia, se non
ve ne siete accorti.
‒ Tesoro,
cerca di essere comprensiva. Non te ne abbiamo parlato per non
turbarti. […]
Ho
cercato di spiegargli perché non potevo lasciare Cremona, soprattutto
in quel momento della mia vita. Pensavo a Matteo e a quel bacio
sussurrato nell'aula di Fisica poche ore prima. Ma la decisione era
già stata presa e dovevo farmene una ragione.
‒ I
tuoi ex compagni di classe li potrai sentire ogni giorno, se vorrai.
Per telefono o via internet.
Ma
che ne sa mio padre di internet?
È facile riconoscere in Scarlett l'adolescente che eravamo (o siete, ma io do sempre per scontato di parlare con gente della mia età, altrimenti vuol dire che devo fare più attenzione del dovuto a cosa scrivo). Oltre al linguaggio, con poche parolacce a dir la verità, non so voi giovani d'oggi
ma ai miei tempi (mi sento tanto Fiorenzo) di giovani che sparavano parolacce ce n'erano (e da quel che sento ci sono ancora). Vi potrà sembrare strano ma io ho iniziato a dirne tante superati i vent'anni. MA NON DIVAGHIAMO.
Ci sono tutte le metafore esagerate che fanno gli adolescenti (ora, io non so se era nelle intenzioni dell'autrice, ma ho deciso di sì), tipo:
La notte mi avvolge nel suo mantello di velluto nero. Il cappuccio della felpa alzato, sono un randagio inzuppato d'acqua e di lacrime.
Le vedete le immagini emo che spopolavano nei nostri avatar su msn? Vi chiedo scusa per aver fatto riaffiorare ricordi imbarazzanti.
Metafore che ci sono ma che non sono il 90% dello scritto, ecco perché non mi hanno dato più di tanto fastidio.
Vediamo i dilemmi tipici degli adolescenti con la scuola e i professori terribili, i ragazzi stupendi (che poi magari vai a rivedere le foto quando ormai vai all'università e pensi "Dio mio, ma davvero mi piaceva quello lì?!"), le liti con i genitori... Insomma tutte quelle sensazioni che ci facevano sentire il mondo contro, i classici "nessuno mi capisce!" "No mamma! Tu non sai che cosa vuol dire essere me! Non puoi dirmi cosa fare!" "Non vedo l'ora di avere 18 anni e andarmene da qui!"
L'autrice è molto brava a rendere queste sensazioni e le faccio i complimenti.
Non mancano però momenti in cui volete prendere la protagonista a sberle:
Sbircio la mia immagine allo specchio e non posso fare a meno di pensare che sono incredibilmente insignificante. Nei miei occhi vedo solo sfumature grigie che ricordano il mare d'inverno o un cielo plumbeo che promette tempesta.
Scarlett... ma hai presente il mare d'inverno? O un cielo che sta per mostrare quanto cazzuto sia Zeus?
Butto giusto due immagini, così. Le prime che becco su google.
Non so voi, ma io mi sono stufata delle autrici e degli autori che vogliono descrivere una ragazza bellissima ma con una bassa autostima. Mi spiego meglio.
Sono stufa che libri scritti in prima persona descrivano la protagonista come una ragazza ordinaria e mediocre dal punto di vista fisico, usando metafore che di mediocre e ordinario hanno poco e niente.
Detto da una che ha gli occhi marroni e per anni ha avuto le peggiori metafore, per poi arrivare al complimento più bello due anni fa con: "Hai gli occhi color Guinness!"
È facile riconoscere in Scarlett l'adolescente che eravamo (o siete, ma io do sempre per scontato di parlare con gente della mia età, altrimenti vuol dire che devo fare più attenzione del dovuto a cosa scrivo). Oltre al linguaggio, con poche parolacce a dir la verità, non so voi giovani d'oggi
ma ai miei tempi (mi sento tanto Fiorenzo) di giovani che sparavano parolacce ce n'erano (e da quel che sento ci sono ancora). Vi potrà sembrare strano ma io ho iniziato a dirne tante superati i vent'anni. MA NON DIVAGHIAMO.
Ci sono tutte le metafore esagerate che fanno gli adolescenti (ora, io non so se era nelle intenzioni dell'autrice, ma ho deciso di sì), tipo:
La notte mi avvolge nel suo mantello di velluto nero. Il cappuccio della felpa alzato, sono un randagio inzuppato d'acqua e di lacrime.
Le vedete le immagini emo che spopolavano nei nostri avatar su msn? Vi chiedo scusa per aver fatto riaffiorare ricordi imbarazzanti.
Metafore che ci sono ma che non sono il 90% dello scritto, ecco perché non mi hanno dato più di tanto fastidio.
Vediamo i dilemmi tipici degli adolescenti con la scuola e i professori terribili, i ragazzi stupendi (che poi magari vai a rivedere le foto quando ormai vai all'università e pensi "Dio mio, ma davvero mi piaceva quello lì?!"), le liti con i genitori... Insomma tutte quelle sensazioni che ci facevano sentire il mondo contro, i classici "nessuno mi capisce!" "No mamma! Tu non sai che cosa vuol dire essere me! Non puoi dirmi cosa fare!" "Non vedo l'ora di avere 18 anni e andarmene da qui!"
L'autrice è molto brava a rendere queste sensazioni e le faccio i complimenti.
Non mancano però momenti in cui volete prendere la protagonista a sberle:
Sbircio la mia immagine allo specchio e non posso fare a meno di pensare che sono incredibilmente insignificante. Nei miei occhi vedo solo sfumature grigie che ricordano il mare d'inverno o un cielo plumbeo che promette tempesta.
Scarlett... ma hai presente il mare d'inverno? O un cielo che sta per mostrare quanto cazzuto sia Zeus?
Butto giusto due immagini, così. Le prime che becco su google.
Non so voi, ma io mi sono stufata delle autrici e degli autori che vogliono descrivere una ragazza bellissima ma con una bassa autostima. Mi spiego meglio.
Sono stufa che libri scritti in prima persona descrivano la protagonista come una ragazza ordinaria e mediocre dal punto di vista fisico, usando metafore che di mediocre e ordinario hanno poco e niente.
Detto da una che ha gli occhi marroni e per anni ha avuto le peggiori metafore, per poi arrivare al complimento più bello due anni fa con: "Hai gli occhi color Guinness!"
Poi a metà libro tutto cade in rovina:
‒ La
realtà non è come sembra. O meglio, non esiste solo questa
realtà. C'è un altro mondo che scorre sotto la crosta terrestre. Un
mondo abitato da... ‒ Non finisce la frase. [...]
Il
mondo sotto la crosta terrestre mi porta subito a galla l'immagine
dell'Inferno. Dante che vaga da un girone all'altro, in cerca della
verità.
‒ Non
è proprio così, ma è un bel modo di immaginarlo. Magari sarà più
facile spiegarti come vanno le cose.
‒ Allora
riesci davvero a leggere i miei pensieri!
‒ Non
sempre. A volte sono talmente forti da raggiungermi. Non funziona con
tutte le persone. Alcune sono facili da comprendere. Altre sono
complesse, ricche di sfumature. Come te, Scarlett.
‒ Vuoi
dire che esiste il Diavolo e...
‒ Esistono
i Demoni e il mio compito è di impedire che infrangano il Patto e
raggiungano questa dimensione di esistenza.
‒ Il
Patto?
‒ Un
tempo antichissimo, quando la Terra era governata da sciamani e saggi
sacerdoti, dopo un lungo periodo di caos, fu siglato il Patto. Da
allora, ai Demoni non è permesso camminare nel mondo degli uomini.
Le loro tracce sopravvivono nelle leggende tramandate da millenni.
‒ E
tu cosa c'entri in tutto questo?
[...] ‒
Io sono un Guardiano. Nelle mie vene scorre sangue umano, ma anche
sangue demoniaco. Per questo posso combatterli. Per questo ho cercato
di starti lontano con tutte le mie forze. Ogni giorno devo lottare
contro la mia metà oscura, che in qualsiasi momento portebbe
prendere il sopravvento. Devo deliberatamente evitare le cose che
possono annebbiare la razionalità. E tu sei la prima, nella mia
lista personale. Ho cercato di resistere ai miei sentimenti,
Scarlett. Ma è stato inutile.
[…]
‒ Io
non ho paura di te ‒ sussurro.
E
da lì è tutta una discesa verso il classico “rosa”
soprannaturale. Con la differenza che Mikael non è un pervertito che
la segue a casa o la guarda dormire. Il massimo che fa è cancellare
alcuni ricordi su delle persone che hanno scoperto chi è. Da oggi
voglio tutti i personaggi maschili come Mikael. Almeno il Mikael del
primo libro, non so come sia negli altri, ma spero non peggiori.
Inoltre
la storia soprannaturale va ad una velocità assurda! Quando dico che
fino a metà libro non scopriamo nulla non scherzo. Fino a metà
libro sembra un normalissimo libro con protagonisti adolescenti e
speravo quasi fosse un giallo ben articolato. Perché viene ucciso il
bibliotecario e fino alla fine non sappiamo perché né come.
Speravo
fosse un libro in cui un gruppetto di adolescenti fosse alle prese
con un serial killer e dovesse risolvere tutto con l'aiuto di altri
adolescenti con superpoteri (Mikael &co.), dato che sapevo già
dalla copertina che c'era qualcosa di paranormale. Ma no. È
l'ennesima lotta fra bene e male in cui lei è la chiave di tutto, lei viene usata dal cattivo per ottenere qualcosa, lei fa le cagate e
distrae gli eroi. Eroi che si fanno quasi ammazzare, e solo unendo le loro
energia, tipo Doremì, possono sconfiggere il cattivo di turno.
Io speravo tantissimo in una specie di giallo-thriller con del paranormale! Ero pure pronta a sopportare una storia d'amore, ma niente. Doveva rovinare tutto con gli ennesimi personaggi mezzi-mostri che non possono amare ma lo fanno lo stesso, mettendo in pericolo tutto e tutti e al diavolo il buon senso!
Per finire ci
sono tanti personaggi per essere un libro di 320 pagine. Forse anche troppi, vi metto i principali:
● Scarlett, la protagonista con la nonna inglese. Ama leggere e quando
si arrabbia chiama i genitori per nome. Bionda con occhi grighi, ovviamente si considera orribile nonostante si descriva come una modella.
Porta con sé una stellina di gomma che stringe per farsi coraggio, e grazie alla sua passione per la lettura diventa l'aiutante del bibliotecario della scuola. Si innamora del ragazzo figo, popolare e misterioso per cui tutta la scuola ha una cotta enorme.
Porta con sé una stellina di gomma che stringe per farsi coraggio, e grazie alla sua passione per la lettura diventa l'aiutante del bibliotecario della scuola. Si innamora del ragazzo figo, popolare e misterioso per cui tutta la scuola ha una cotta enorme.
● Marco,
il suo fratellino che la adora alla follia e va protetto ad ogni
costo.
‒
Sei triste? ‒ chiede Marco. Ha sei anni ma è già sveglio per la sua età.
‒
No, guardo il
cielo che sanguina. Mi chiedo se gli faccia male lasciare il posto
all'oscurità.
‒ Non si è fatto male, mangia il gelato alla fragola. ‒ È così serio che quasi ci credo.
‒ Non si è fatto male, mangia il gelato alla fragola. ‒ È così serio che quasi ci credo.
Ma
ovviamente è troppo tenero e infatti viene investito e cade in coma.
Ma tranquilli, Mikael lo salva con la sua aura blu e i suoi occhi di
ghiaccio.
● Mikael,
bello e dannato. Che suona nella band pop-rock-punk-metal “Dead
Stones”, con i suoi due amici Vincent e Ofelia. Ma Salem, cos'è
una band pop-rock-punk-metal? Una band immaginaria a cui una scuola
superiore di Siena, in Italia, permette di tenere un concerto di una
canzone (massimo due se non ricordo male) nei primi giorni di scuola. Realistico, no? Certo! Tutte le scuole si prendono la briga di montare un palco nella palestra, allestendolo con amplificatori, facendo prove del suono, tutto per una sola canzone cantata prima della prima ora di uno dei primi giorni di scuola.
● Genziana,
hippy moderna. Ha il nome di una pianta e le piacciono le piante.
Caterina,
soprannominata “Occhi di Cerbiatta”, non così segretamente
innamorata di Umberto. Ma la cotta le passa appena questo inizia a
farle delle avance.
Queste
due fanciulle sono le migliori amiche di Scarlett, almeno finché un
ragazzo (Umberto) non inizia a farle la corte, allora sono le sue
arcinemiche. Ah, l'adolescenza!
● Umberto. Prima persona buona che Scarlett incontra a scuola. Si innamora di lei, ma lei non ricambia e cerca di fare in modo che lui e Caterina si mettano insieme, ma combina un casino.
Umberto scopre alcuni segreti di Mikael e minaccia Scarlett di spezzare il cuore di Caterina se lei non decide di mollare Mikael e mettersi con lui. Ma Mikael gli elimina i ricordi minatori e Caterina si stufa.
● Vincent
e Ofelia sono gli amici/colleghi di Mikael. Si amano e sono
bellissimi. Ovvio.
Vincent
è bello e oscuro perché c'ha i tatuaggi ed è sempre arrabbiato (il
cattivo dirà che è un Mezzo
Demone della Vendetta … secondo me si drogano tutti).
Fa parte della band di Mikael e suona il basso, credo. O la chitarra.
Suona uno strumento a corda. Ecco.
Ofelia
è bellissima, veste con uno stile gotico che si abbina alla sua
pelle bianchissima e i capelli neri. È taciturna e non ha amici, ma
vuole subito bene a Scarlett. Può trasformarsi in una pantera e per
i primi 30 secondi che lo fa ci rimette quasi le penne. Suona il violino. Che ce frega, direte voi? Manco a me frega, ma così c'è scritto e così scrivo.
E
poi ci sono personaggi minori, uno fra tanti Edoardo, il
bibliotecario. Che sembra una versione tranquilla e meno attiva del
Dottore di Doctor Who. Muore subito, ma riesce ad instaurare una
bella amicizia con la protagonista diventando l'unico adulto di cui
lei riesce a fidarsi.
I genitori, che non fanno altro che litigare fino a quando Marco non cade in coma. Allora torna tutto tranquillo e sereno.
I genitori, che non fanno altro che litigare fino a quando Marco non cade in coma. Allora torna tutto tranquillo e sereno.
E
poi c'è il cattivo, un demone che aveva preso le sembianze di un
ragazzino arrivato da poco a scuola e che vuole ammazzare tutti usando un libricino, ma non ci riesce.
Bello,
eh?
Era un libro che aveva la possibilità di essere originale e carino, e invece è caduto nel baratro dei "Ti amo!" "Non possiamo! Sono pericoloso, oscuro e cattivo!" "Non ho paura!" *ammorre-ammorre-ammoree-diabete-due-penne-negli-occhi* *facciamoci quasi ammazzare mentre l'ammorreee ci acceca*
Salem
Era un libro che aveva la possibilità di essere originale e carino, e invece è caduto nel baratro dei "Ti amo!" "Non possiamo! Sono pericoloso, oscuro e cattivo!" "Non ho paura!" *ammorre-ammorre-ammoree-diabete-due-penne-negli-occhi* *facciamoci quasi ammazzare mentre l'ammorreee ci acceca*
Salem
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