domenica 16 settembre 2018

Il Cavaliere dell'Apocalisse mi ha sedotto - La sua voce!

E mentre aspettate con ansia la recensione di After...



Petronio non la smetteva di urlare e chiamare Filippo, non capivo. Forse si erano innamorati in segreto e vedere l'uomo più bello del mondo che entrava in aula minava il loro amore. Povero Carlo, non potevo permettergli di spezzargli il cuore: avrei accompagnato Petronio in infermeria!
«Professoressa! Lasci che accompagni Pet in infermeria, in fondo sono sua amica da molto tempo, sono sicura che la mia presenza placherà il suo animo.»
«È un'ottima idea, Signorina Frattaglie.» rispose con uno sguardo un po' stupito. Sicuramente non è abituata ad un linguaggio più evoluto del suo.
«Professoressa, mi permetta di accompagnarli. Sono appena arrivato e devo ancora orientami, sarebbe una buona occasione.»
La sua voce! Neanche gli antichi saprebbero descriverla! Era come miele sulle noci, panna sulle fragole, aceto balsamico nell'insalata! Era una carezza estiva, la campanella della fine delle lezioni. Sarei potuta restare ore a sentirlo parlare di qualsiasi cosa, dallo scontrino della spesa (chissà cosa comprava al supermercato? Sicuramente libri!) al seguito di Selvaggia Stoccata (chissà cosa leggeva? Forse poesie contemporanee!).
«Il suo ragionamento non fa una piega, vada pure, mi sentirei più tranquilla a sapere che la Signorina Frattaglie non è sola e chissà, magari riuscirà anche a fare amicizia!» concluse la prof.
Ma quale amicizia? Pensai. Forse con Pet, ma poi come dovrei gestire le attenzioni di tutti e due? Finirei per dover scegliere! I pensieri si susseguivano ininterrottamente, come il filo di una coperta di lana infinita, dai mille colori. E senza rendermene conto eravamo fuori dall'aula. Lui con i suoi occhi perfetti, quasi felini, i suoi capelli che sembravano dipinti, le labbra piene che si muovevano a formare parole... quanto era bravo a formare parole!
«Dov'è l'infermeria?»
Dove vuoi tu... «Alla fine del corridoio scendiamo due rampe di scale e la troviamo subito sulla destra. Ma dobbiamo fare attenzione alla maniglia perché è un po' difettosa, bisogna girarla e provare a tirare la porta verso l'alto altrimenti non si apre.»
«... okay. Lo farai tu perché non ho capito.»
E ovviamente Petronio doveva rovinare tutto continuando ad urlare qualcosa come “Mi sciolgo, muoio, lasciami”. Doveva solo ringraziare! Cosa non avrei dato per essere al suo posto a farmi portare in braccio come una principessa da lui!
«Stai tranquillo... come si chiama?»
«Petronio!» rispondo.
«Petronio. Adesso andiamo in infermeria, starai meglio, vedrai. Te lo prometto.»
«NO! Non voglio!» sembrava un bambino che aveva appena scoperto che sotto il letto c'erano dei mostri veri. Si dimenava ed urlava.
«AMBROSIA! Ambrosia, Ambrosia noi siamo amici, vero? Lo dici sempre a tutti e gli amici si vedono nel momento del bisogno, no? Ecco, adesso ho bisogno che tu chiami Fil e mandi via lui!» e gli colpì il viso perfetto e angelico! E dovette sentirsi molto in colpa perché iniziò ad urlare di nuovo cose come “L'ho toccato, adesso muoio davvero, chiudi la bocca”. Però sarebbe stata un'ottima occasione per restare soli! Così colsi la palla al balzo.
«Va bene, facciamo che ti lasciamo in infermeria e poi andiamo a cercare Filippo, va bene?»
«NO! NO, AMBROSIA! Quello ti succhierà gli occhi! Te li ciuccerà come i canditi del pandoro! E poi li mollerà sul suo tavolo come premi della gente che ha ammazzato e li userà per giocare a biglie! Capisci? A biglie! AMBROSIA, NO!» e lo lasciammo alle cure affettuose dell'infermiera.
«Forse dovremmo stargli vicino.» suggerì la divina visione.
«No, è troppo agitato. E poi, non volevi vedere la scuola?»

Fu una splendida giornata! Scoprii che il suo nome era Prasio, un nome un po' insolito da sentire, lo ammetto, ma così esotico! Si capiva subito che era un ragazzo pieno di risorse e di mistero. Il suo nome emanava un'energia oscura e arcana, come se lo avesse ricevuto sin dalla creazione della sua anima.
Dopo avergli fatto vedere un po' la scuola tornammo in classe. Mi dimenticai di chiamare Filippo, ma Petronio era assieme all'infermiera quindi ero sicura che non stesse male.
Alla fine delle lezioni notai Prasio rimettere in fretta le sue cose nello zaino e corrrere fuori, dai suoi amici. All'uscita trovai Anna che mi aspettava impaziente.
«Sono matta o ti ho visto in giro con Mister riccioli d'oro?!» mi chiese febbricitante dall'incredulità.
«Si chiama Prasio e l'ho solo accompagnato a vedere la scuola.»
«Prasio?! Che nome di merda. Ma non si può avere tutto nella vita, già è bello come un dio, mica poteva avere anche un nome da dio!»
Ma sta zitta, stupida! Non le dissi niente, in fondo è la mia migliore amica, non potevo mica dirle che ha il cervello di un macaco.
Mi accompagnò a casa e per tutto il tragitto non smise un attimo di chiedermi particolari su di lui. Quando arrivammo a desinazione notai che la porta era rimasta aperta.
Strano, di solito papà e mamma la chiudono. Si saranno dimenticati.
Anna insistette per entrare con me, diceva che non si sentiva sicura a sapere che la porta era aperta, mi costrinse pure ad aspettare l'arrivo di Petronio così eravamo in tre. Ma quando vidi la sua faccia mi preoccupai. Sembrava sconvolto, ma accettò di entrare in casa con noi.
«Se i miei scoprono che casa tua era aperta e non sono venuto a vedere mi scuoiano.» com'era comprensivo, si vedeva che ci teneva tantissimo a me e la cosa mi rincuorò; così spingemmo la porta ed entrammo, Pet in prima fila.
Ebbi una strana sensazione una volta entrata, come se qualcuno mi stesse osservando. Era una sensazione bizzarra e pensai che dovette trattarsi sicuramente del fantasma di nonna Elda, che ogni tanto faceva volare i bicchieri per scherzo.
I mobili erano tutti al loro posto, ma le luci non si accendevano.
«Non mi piace. E se c'è qualcuno che ci aspetta dietro alle porte?» chiese Anna mentre si nascondeva dietro di me. Che sciocca! Lo sanno tutti che gli assassini ti aspettano sulle scale così quando si lanciano la gravità è a loro favore.
«Facciamo così: venite a casa mia, chiamiamo i genitori di Anna così la vengono a prendere e chiamiamo i genitori di Ambrosia, per fargli sapere cosa è successo. Intanto avvisiamo i miei, così ci diranno cosa è meglio fare.» la soluzione di Petronio mi sembrava esagerata. In fondo avevamo solo trovato la porta aperta e la corrente staccata, mica un cadavere! Ma lo accontentai e andammo tutti a casa sua.
Come avevo sospettato i genitori di Pet si allarmarono e chiamarono i miei e quindi la polizia, nonostante le mie più che sensate proteste. 


Salem

2 commenti:

  1. Ciao che carino questo spazio sono diventata una tua nuova follower, se ti va di conoscermi io sono Il salotto del gatto libraio

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  2. Grazie! <3 A dir la verità conoscevo già il tuo blog e devo dire che è veramente bello! ;)

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