Titolo in inglese perché fa figo.
Ho notato che è un sacco che non parlo di libri. Diciamo che è un sacco che non pubblico e basta. E visto che non so mai di che cavolo parlare ho deciso che per una volta vi parlo dei miei libri preferiti. In un ordine che viene come viene. Quelli che prendo e riprendo o che hanno un posto speciale nel mio cuoricino nero come la pece. Se metto le trame vi prendo quelle da internet perché sono pigra.
Vabbé che Harry Potter sia in questa lista è scontato. Ormai è la saga preferita della mia generazione, ci ha praticamente formato il carattere, nonostante abbiamo tutti scoperto e capito quanto problematica sia la Rowling e abbiamo tutti deciso unanimemente e senza nemmeno contattarci a vicenda, che ormai Harry Potter non le appartiene più. Il che, se ci pensate, fa anche ridere. Perché 'sta donna ha creato un fenomeno mondiale, cresciuto milioni di bambini e ragazzi fino all'età adulta con idee liberali, egualitarie e antifasciste, e poi se ne esce con le frasi che conosciamo tutti. Poi gli stessi bambini e ragazzi, ormai adulti, cresciuti a pane e Wingardium Leviosa, la mandano a cagare, giustamente, per la sua bigotteria e si appropriano del suo mondo magico (eticamente parlando, siamo tutti troppo poveri per farlo legalmente) e si rifiutano di ascoltare qualsiasi diavoleria sputi fuori su twitter a proposito. Magico.
Artemis Fowl, il libro, non il film che fa schifo. Tutti quelli che sono entrati in contatto con me sanno quanto io veneri Eoin Colfer. È uno di quegli autori che appena pubblicano qualcosa di nuovo corro in libreria senza nemmeno guardare la trama, perché mi fido ciecamente. Potrebbe scrivere un manuale su come usare una tastiera e lo comprerei e ne sarei più che felice.
Artemis mi ha accompagnato per tutta la mia adolescenza e mi ha aiutato a superare brutti momenti più di una volta. Quando ho finito la saga ho pianto come una bambina. Ma adesso ci sono i gemelli e aspetto solo di tornare in Italia per leggerli (voglio il cartaceo, ho bisogno del cartaceo).
La figlia della sciamana di Lane Kaaberbøl. Ho dei bei ricordi su questo libro. L'ho scoperto alle medie e ricordo che lo prendevo e riprendevo in mano più volte quando avevo il blocco del lettore.
Dina è la figlia di una sciamana, una donna che viene chiamata a giudicare la colpevolezza degli indiziati, perché può far loro confessare ciò che hanno commesso. Un potere scomodo perché procura l'astio e l'inimicizia generali. Quando la madre viene coinvolta in una lotta dinastica, manovrata da un potente cavaliere capace di nasconderle la propria natura, Dina corre in suo aiuto: dovrà combattere con esseri diabolici e draghi, e cercare di sfuggire alla prigionia di sinistre fortezze.
Un libro sicuramente non impegnativo ed epico, ma corto, semplice e a parer mio molto carino.
Altro libro di cui ho dei bellissimi ricordi e che leggevo, e leggo, durante i miei blocchi è La Vagabonda di Sharon Creech. Se devo dire il nome di UN libro da cui non mi separerei sarebbe questo. Anche questo semplice e corto, ma anche questo scoperto alle medie e pieno di bei ricordi. Scritto come due diari con due punti di vista, su un'avventura in mare aperto. A me il mare non piace, mi terrorizza, ma in questo libro l'ho adorato.
Attraversare l'Atlantico e tredici anni, navigando dal Connecticut alla Nuova Scozia, e poi fino all'Irlanda... Una vacanza straordinaria per Sophie, Brian e Cody, che insieme agli zii trascorreranno l'estate in mare, su un veliero chiamato "La Vagabonda", per raggiungere l'amatissimo nonno Bompie. Fare un viaggio del genere, però significa non soltanto fare i conti con la furia improvvisa degli elementi, ma anche rischiare qualcosa di più: per esempio imparare a misurarsi con le proprie paure, a fidarsi degli altri, a guardarsi dentro. Alla grande avventura sull'oceano se ne intreccia dunque un'altra, quella che vedrà Sophie navigare nella profonda, misteriosa corrente del passato, e darà a Cody la forza di essere finalmente se stesso.
Consigliatomi da Alaisse de La bella e il Cavaliere, La mano sinistra di Dio di Paul Hoffman, primo di una trilogia, mi ha rapita completamente e non mi ha più lasciata andare. Un libro magnifico, crudo, potente e che fa pensare tanto. Tutte caratteristiche che adoro.
Non lasciatevi ingannare. Si chiama Santuario dei Redentori, quello in cima a Shotover Scarp, ma è un luogo che non dà nessun rifugio e offre ben poca redenzione. I Redentori hanno un disperato bisogno di soldati da mandare in guerra contro gli Antagonisti, contro coloro che non credono in nessun Dio. Una guerra che dura ormai da due secoli. Questa è stata la vita di Cale da quando, dieci anni prima, è stato strappato alla sua famiglia e condotto nel Santuario. Adesso Cale di anni ne ha quattordici: il suo passato è stato cancellato, il suo presente è un inferno e il suo futuro è la morte sul campo di battaglia. La stessa fine di tutti suoi compagni. Però Cale non è come gli altri. Non si lamenta, non rimpiange, non protesta. Il suo sguardo è freddo e spietato, il suo cuore è calmo e risoluto, la sua mente è lucida e determinata. Perché Cale ha un piano. Deve fuggire. Ma non si può sfuggire al destino. Perché, dopo aver abbandonato il Santuario, Cale si ritroverà in un mondo ancora più crudele e pericoloso. Un mondo in cui bisogna combattere con le armi e con l’astuzia. Un mondo che regala l’amore soltanto per strapparlo via. Un mondo in cui amici e nemici hanno lo stesso volto. Un mondo che aspetta e teme colui che forse lo distruggerà: la Mano Sinistra di Dio.
Che altro aggiungere? È la mia strega e autrice preferita.
Semper fidelis.
Margherita Dolcevita di Stefano Benni è un classico nella mia famiglia. Tutti l'abbiamo letto, tutti lo amiamo e tutti lo citiamo quasi tutti i giorni (da fan del cioccolato c'era da aspettarselo). È un libro che consiglio sempre a chi non sa cosa leggere, perché corto, semplice, ironico ma con un finale inaspettato. E anche questo fa pensare tanto.
Margherita Dolcevita è una ragazzina che sa guardare il mondo. Le bastano un cuore appena difettoso e qualche chilo in più per aggiungere sale e ironia alla sua naturale intelligenza. Compatisce con affetto le stramberie della sua famiglia, e volentieri si perde nel grande prato intorno alla sua casa, ultimo baluardo della campagna ormai contaminata dalla città e dimora della sua amica invisibile: la Bambina di polvere. Ma improvvisamente, come un fantasma di notte, di fronte alla casa di Margherita appare un cubo di vetro nero circondato da un asettico giardino sintetico e da una palizzata di siepi. Sono arrivati i signori Del Bene, i portatori del “nuovo”, della beatitudine del consumo. Amici o corruttori? La famiglia di Margherita cade in una sorta di oscuro incantesimo: nessuno resta immune. E su chi fa resistenza alla festa del benessere, della merce, del potere s’addensa una nube di misteriose ritorsioni. Margherita sospetta un piano diabolico ed è pronta a mettere in gioco tutta la combattività e l’immaginazione per scoprire in quale abisso di colpevole stoltezza il suo piccolo mondo, e forse il mondo intero, sono precipitati.
C'era una collana della Mondadori che si chiama Dark Magic, l'ho scoperta alle medie e poiché sul dorso di copertina ci sono dei numeri, mi ero fissata che li volevo tutti, anche se non mi piacevano. Ho sempre adorato i numeri quindi avere i libri, ma saltare numeri senza senso, anche no (è finita così purtroppo ma vabbé).
Mi ricordo la saga sulle streghe Wicca di Cate Tiernan, partendo da Il libro delle ombre. Mi era piaciuto talmente tanto che mi ero interessata alla Wicca e avevo pure pensato di praticarla. Fortuna vuole che io abbia una zia che insegna religione (e che ora è una suora, non scherzo), ma aperta di mente che mi fornì tutta la documentazione necessaria a riguardo, e che fosse disposta a cercare una congrega per me nel caso fossi stata veramente interessata (momento pausa: quanto è figa mia zia? Per me rappresenta la religione nel modo migliore, non impone la propria, ma ti aiuta a trovare la tua se vuoi. Much love). Alla fine non l'ho fatto perché scoprii che non avrei avuto poteri magici visibili, della serie far volare un sasso o far cambiare colore alle fiamme con il pensiero. Avevo 13 anni!! Che vi aspettate da una tredicenne?!
L'apprentista del mago e La maledizione del Mago di Joseph Delaney sono stati altri due libri di questa collana che ricordo vividamente.
Thomas J. Ward, settimo figlio di un settimo figlio, è destinato a diventare apprendista del Mago, potente stregone impegnato a combattere contro le creature del male. Incappucciato, distante e severo, il Mago è temuto e riverito ma la sua è una vita solitaria e difficile. È stanco di insegnare ad apprendisti che lo deludono puntualmente, ma sa di dover trovare un successore e Thomas rappresenta la sua ultima possibilità. Il ragazzo dovrà esorcizzare fantasmi, catturare streghe e imprigionare boggart. Il suo apprendistato si trasformerà in una terribile avventura quando verrà indotto con l'inganno a liberare Mamma Malkin, la strega più malvagia della Contea.Ultimo ma non meno importante c'era Veleno di Chris Wooding. Ricordo che non riuscivo a leggerlo velocemente, era un po' lento per i miei gusti di allora, ma adoravo l'idea che c'era alla base. Quindi finisce in questa lista non tanto come libro preferito, ma come libro con un'idea che poteva farlo diventare libro preferito. Lo so, titolo lungo.
Veleno è sempre stata una ragazza decisa e testarda, e non ha paura di nessuno. Così quando la sorellina Azalea viene rapita per ordine del Signore delle Fate, Veleno non esita un istante e parte per andarla a cercare. Sul suo cammino oltre la palude impenetrabile incontrerà cacciatori erranti, spaventosi enigmisti e streghe mangiaossa. Ma la creatura più spaventosa e potente è il Gerofante, colui che racconta la storia degli esseri umani e delle creature del mondo fatato.
Bom. Questi sono i titoli che mi vengono in mente al momento. Se me ne verranno in mente altri farò un altro post, altrimenti nisba.
Hasta la Pluto e viva Seperverde.
Salem
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