Titolo: Né a Dio né al Diavolo
Autrice: Aislinn
Casa Editrice: Gainsworth Publishing
Prezzo: 20 € cartaceo, 4,99 € ebook
C'è stato il cover-reveal e volevate che non facessimo anche la recensione? Che poi tanto recensione non è, dato che è molto di parte, ma chissene. Siamo il sospiro del Mulfone, possiamo fare come ci pare.
Nuovo romanzo di Aislinn! Nuove avventure! Nuovi massacri! Solita Italia, che non è una cosa negativa per una volta.
Ci troviamo a Biveno, cittadina inventata del Nord Italia, della regione del gianduiotto: il Piemonte, casa nostra. Ci vedete mentre sventoliamo la nostra bandiera con la bagna cauda disegnata sopra?
In questa bella cittadina vivono Ivan e Tom, i nostri nerd metallari preferiti.
Ora, senza creare troppi spoiler, trama:
Ivan è nei casini da quando è nato. Tom è il Samvise Gamgee di Biveno. Ci sono i vampiri, che non sono tutti cattivi ma alcuni sì. Fanno a botte. Ivan finisce in mezzo. Tom fa l'eroe che non ci voleva aver niente a che fare con questo delirio vampiresco. METALMETALMETAL.
Chi ha bisogno di quarte di copertina quando c'è Salem che striminzisce tutto all'inverosimile?
Amen, e vaffanculo, stronza.
- Vampiri
«Non mi interessa “l'atmosfera”. Io sono quello che sono. Perché dovrei nascondermi? Solo nei film ci sono gli “ammazzavampiri”. Pensi che abbia mai trovato qualcuno ansioso di infilarmi un paletto nel cuore? Al massimo nel diciottesimo secolo.»
«Ah, perché ovviamente tu hai vissuto nel 1800...»
«Il diciottesimo secolo è il 1700, Tom» lo corresse Ivan, scambiando con lo pseudovampiro un'occhiata di quasi compassione.
«Prova a contare quanti secoli sono passati» aggiunse Lucifero. «Anche con l'ausilio delle dita.»
«Ah-ah. Esilarante» ringhiò Tom. Bella coppia di stronzi. Concerto. Viaggio. Mac-chi-na, scandì, per costringersi a non dire al signor vampiro dove si poteva infilare il paletto.
La vogliamo ripristinare la reputazione di questi vampiri? Eddai! Per secoli non hanno mai brillato, hanno maciullato, mangiato e ucciso gente come la loro natura comanda e poi basta una sola autrice e automaticamente devono diventare tutti vampiri vegani che brillano come palle da discoteca?
Conosceva fin troppo bene la forza che i vampiri possedevano. Però, se proprio doveva farsi ammazzare da uno di loro, almeno prima si sarebbe fatto restituire un po' di sangue.
«Non fare quella faccia. Io imparo dai miei errori.» Tom indicò il cacciavite lungo [...] «È la seconda regola di Zombieland. "Doppia sicurezza." Quando spari a uno zombie, non risparmiare i proiettili e sparagli di nuovo, in testa, per buona misura. Nel Paese dei Vampiri equivale a "un paletto solo non basta".»
Bé, se i vampiri sono come quelli di Aislinn e Alaisse ben venga! Che da una parte abbiamo Theo lo sfigato e dall'altra abbiamo Lucifero... sempre un pochino sfigato, diciamoci la verità! Sarà anche grande, grosso, prestante e muscoloso, ma sfigato è. Con la differenza che non si lagna come Theo, c'ha un po' più di dignità. Che poi non è che ne serva tanta per averne più di Theo.
Per rimanere in tema con l'hashtag #Theounodinoi, ne lancio un altro: #salvaunvampiro. Dona anche tu un euro all'ente Protezione Vampiri (sì, siamo passati da "ente Protezione Theodori" a "ente Protezione Vampiri", troppi succhiasangue soffrono inutilmente.)
La vogliamo ripristinare la reputazione di questi vampiri? Eddai! Per secoli non hanno mai brillato, hanno maciullato, mangiato e ucciso gente come la loro natura comanda e poi basta una sola autrice e automaticamente devono diventare tutti vampiri vegani che brillano come palle da discoteca?
Io dico no! Voglio che tornino i vampiri che fanno venire gli incubi, che possono stare al sole con un leggero mal di testa, che hanno bisogno di nutrirsi o muoiono di fame. E soprattutto che considerano l'innamorarsi e creare legami umani come un problema, perché sono immortali e la gente, si sa, prima o poi muore. Ma che restano comunque umani e insomma il cuore è un brutto organo.
Quelli di Aislinn si ispirano al folklore e a Stoker. Il caro buon Stoker che troppi tirano fuori per rovinarlo (come la Austen, povera Austen), ma che Aislinn ha saputo usare a meraviglia.
Nel mondo di Aislinn i vampiri possono formarsi in molti modi, alcuni che non sapevamo nemmeno esistessero, ma a quanto pare la superstizione dei villici dice il contrario. E non vi dico quali perché se no vi levo la parte più bella.
Hanno caratteristiche precise: hanno il colorito smorto, sono freddi al tatto e amano le entrate in scena spettacolari, quando sono invitati. Oh, andiamo! Anche voi se vi ritrovaste ad avere 100 e passa anni avreste studiato i modi migliori per apparire. Non mentite!
Conosceva fin troppo bene la forza che i vampiri possedevano. Però, se proprio doveva farsi ammazzare da uno di loro, almeno prima si sarebbe fatto restituire un po' di sangue.
- Nerd is the new metal
I personaggi che si incontrano, vampiri a parte, sono quasi tutti dei nerd da paura. Per darvi un'idea: giocano tutti a Dungeons & Dragons e capita che ogni tanto si chiamino con i nomi dei personaggi, sì anche quando sono nella merda. Insomma, se non fosse per l'aria da brutti e cattivi che conferisce il metal non gli dareste un soldo bucato.
Che poi, per mia esperienza personale, più della metà dei metallari che ho conosciuto sono dei nerd. Basta vedere le copertine dei dischi per capire che metal e fantasy vanno a braccetto come il cioccolato e le nocciole.
Tom e Ivan non fanno eccezione. Amano i fumetti, i videogiochi, i giochi di ruolo e i film. Ivan ha pure il bonus di adorare i libri, poi lui è un caso speciale e trova leggero il Simallirion. Beato te, Ivan! Tom invece è più terra terra: prima i fatti e poi le domande.
«Non fare quella faccia. Io imparo dai miei errori.» Tom indicò il cacciavite lungo [...] «È la seconda regola di Zombieland. "Doppia sicurezza." Quando spari a uno zombie, non risparmiare i proiettili e sparagli di nuovo, in testa, per buona misura. Nel Paese dei Vampiri equivale a "un paletto solo non basta".»
- Ah, l'amour!
Sì, si parla di quel sentimento strano, per cui c'è un intero genere: l'ammmmmmoooooorrrrreee. Che cosa brutta.
In Angelize c'era una piccola sfumatura rosa, ma non prendeva tutto il libro. Era come un bonus: “sangue-morte-distruzione! Oh, e loro due stanno assieme. SANGUE-MORTE-DISTRUZIONE!”
Anche qui abbiamo una cosa simile, ma più approfondita. L'amore c'è, ed è anche un sentimento molto importante, ma non è il centro della storia. È una bella parentesi e per due personaggi è un continuo rigirare il dito nella piaga e porca vacca c'è un punto in cui non saprete che fare. E sto zitta altrimenti vi rovino tutto.
[...]...lì nessuno li conosceva, nessuno poteva spiarli. Lì non importava che Lucas leggesse libri proibiti o che non pregasse, o che dicesse mi rivolgerò a Dio quando Lui verrà a cercarmi, e se verrà il diavolo mi rivolgerò a lui, né contavano gli innumerevoli peccati che li avrebbero dannati entrambi all'inferno.
- Biveno
È vero, Biveno è inventata, ma è basata su tre città: Biella, Vercelli e Novara. Quindi credibile e sembra quasi di poterci camminare. Solo per dirvi, prima di leggere le note dell'autrice, ero andata da mio padre tutta contenta a dirgli: “Pa', andiamo a farci una gita a Biveno che un'autrice che adoro ci ha ambientato il suo ultimo libro!”
“Ma sei sicura che esiste?”
“Massì, sarà vicino a Biella! Su Maps non lo trovo però.”
“Eh, sarà una frazione.”
Il nome è così piemontese che ha ingannato me e mio padre. Solo dopo mi è venuto il dubbio e sono andata a leggermi le note.
Se ne parlava anche all'incontro “Mostri in ritardo” al Salone del libro: perché non si vedono libri urban fantasy ambientati in regioni italiane? È perché non sono credibili? Col cavolo, sono più che credibili! Solo il fascino di una chiesa italiana o di una piazza o delle nostre colline/montagne o del nostro mare valgono una scena epica. Ficcateci pure due mostri che si fanno a pezzi e bho, avrete un quadro quasi rinascimentale.
- Tom e Ivan
Tom, come ho già detto, è il Samvise Gamgee di Biveno e Ivan... no, non è Frodo. Non c'ha anelli da portare ed è più masochista. Ivan è... un poveraccio che ha bisogno di essere abbracciato. E Tom non lo abbraccia, ma ci manca poco.
Ivan ha una vita di merda, ma tanto, e Tom è quell'amico che se lo prende in casa senza fare troppe domande e che poi si trasforma in Mamma Chioccia e lo protegge. E fa bene!
La loro amicizia è tra le cose che ho apprezzato di più perché non è perfetta. Hanno un momento di crisi e ho seriamente pensato che qualcosa si sarebbe rovinato, che alla fine ognuno sarebbe andato per la sua strada e tanti saluti. Invece no, tornano amici e possono continuare a fare gli scemi. Meno male.
Tom ghignò, ma gli puntò un dito contro: «Fisserò un coprifuoco, d'ora in poi. Se torni dopo il buio quando esci da solo, vengo a cercarti con aglio e paletti.»
Ivan finse di tirargli un pugno in faccia, fermando la mano dieci centimetri prima di toccarlo. «Voglio proprio vederti, Renfield dei miei stivali.»
... io Ivan lo appenderei per gli alluci .__.
RispondiEliminaNon ho appeso abbastanza gente in questo libro? o_O XD
Elimina(Salem, Leggivendola: FIGHT!)
*posizione di combattimento alla Paperino* Per l'onore di Ivan!
RispondiEliminaTom chiede "Quale onore?"...
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