giovedì 15 novembre 2018

Il Cavaliere dell'Apocalisse mi ha sedotto - Una notte piena di emozioni

E QUANDO ARRIVA LA NOOOOTTEEEE
E RESTO SOOOOOLAAAAA CON MEEEEEEEEEE,
LA TESTA PARTE E VA IN GIIII-ROOOOO IN CERCA DEI SUOI PERCHÈÈÈÈ





Dove trovate gli scorsi "episodi": Il Cavaliere dell'Apocalisse mi ha sedotto
Da dove iniziare: Prologo
Lo scorso episodio: Emma
E per finire
Nelle puntate precedenti

Ambrosia ed Ezio sono costretti ad una convivenza forzata per una notte dato che qualcuno è entrato a casa di lei senza permesso. Abbiamo conosciuto Emma, la sorella di cinque anni di Ezio e scoperto che Ezio crede nella Forza ma non nelle verdure. Ambrosia è sconvolta per l'educazione che Emma riceve, diventerà sicuramente una poco di buono.


Mi sveglio mentre boccheggio per respirare: ho Emma che mi dorme letteralmente in faccia, così la sposto e posso scoprire di non aver perso la capacità di incamerare ossigeno. Mentre cerco di riaddormentarmi noto la finestra aperta. Strano, ero sicuro di averla chiusa; mi alzo per chiuderla e appena mi avvicino al mio letto mi rendo conto che Ambrosia ha gli occhi aperti e ridacchia. Non urlo solo perché devo assicurarmi che mi batta ancora il cuore.
«Ambrosia si può sapere cosa stai facendo?»
«Oh, Pet! Scusa, non volevamo svegliarti.»
"Volevamo"? Mi guardo attorno preoccupato che la pazza abbia richiamato qualche mostro, ma molto probabilmente starà parlando di qualche personaggio di qualche libro schifoso, un druido che brilla o qualcosa del genere. Purtroppo le mie orecchie sono delle lavoratrici più brave dei miei occhi e captano un suono, tipo un rantolo, provenire dal soffitto. E io non so per qualche motivo cretino e suicida alzo lo sguardo e per poco non me la faccio sotto: appeso come un ragno ma con la testa al contrario e la bava che penzola vedo Senzaocchi in tutto il suo orrore. Sorprendo anche me stesso non mettendomi ad urlare, ma poso lo sguardo sulla ragazza di fronte a me che ora si è seduta.
«Sto sognando, vero?» Deve essere un sogno, non c’è altra spiegazione. Altrimenti dovrò dare fuoco all’intera casa e convincere i miei a trasferirci su Marte.
In tutta risposta Ambrosia si guarda il pigiama. «No, altrimenti avrei un meraviglioso vestito gotico addosso.» Non perdo tempo a chiederle perché proprio un vestito gotico. Che poi, che cavolo sarebbe? Un vestito a forma di Duomo di Milano? Un vestito con i trampoli e le torri? Invece faccio quello che chiunque avrebbe fatto: prendo Emma e corro verso la porta urlando "Vade retro". Ambrosia può stare là, ormai è spacciata.

Non riuscivo a dormire, continuavo a pensare ad un paio di occhi così belli da far impallidire le rose.
Eccola che tornava, la sensazione di essere osservata. Aprii gli occhi e vidi una massa di riccioli che risplendevano dorati al chiarore pallido della regina del cielo. Era lui. Stava appoggiato al davanzale della finestra, con l’aria che gli faceva ondeggiare gentilmente i capelli, guardava il mio amico. Chissà a cosa stava pensando! Sospirai e lui girò la testa di scatto, scese dalla finestra e si avvicinò a me con passo felino.
«Da quanto tempo mi stavi guardando?» la sua voce era profonda e oscura, come la notte che impicciona entrava nella stanza.
«Un po’» ammisi colpevole.
«Non dire a nessuno che sono stato qui. Lui non deve sapere.»
«Lui chi?»
«Lui»
Ma certo, Lui.
Ci girammo entrambi a guardare il materasso dove dormiva Pet, che si era appena svegliato per togliersi la sorella dalla faccia. Nel frattempo il mio ospite si nascose arrampicandosi sul soffitto dove rimase perfettamente in equilibrio. Com’era agile e muscoloso! Mi scappò una risata per la facilità con cui si era arrampicato.
«Ambrosia, si può sapere cosa stai facendo?» mi ricordai che il mio amico si era alzato ed era di fronte al letto.
«Oh, Pet! Scusa, non volevamo svegliarti.» gli risposi nella speranza di farlo tornare a dormire. Alzai lo sguardo assieme a lui, mi misi a sedere e risposi al sorriso di Prasio.
«Sto sognando, vero?» mi riconcentrai sul mio amico e mi guardai i vestiti. In tutti i miei sogni io indosso sempre un vestito lungo e nero, molto gotico. Con un’ampia scollatura, dei guanti di seta neri, lacci e pizzi ovunque. Un vestito da sogno. Glielo dissi e lui si mise a correre per prendere sua sorella e scappare urlando. Che maleducato!
Ovviamente Prasio era della mia stessa idea infatti riuscì a prenderlo, a chiudere la porta, rimettere la bambina sul letto e farlo star zitto. Tutto alla velocità di un battito di ciglia. La cosa mi sorprese un po’ e preoccupata andai a controllare Emma: non si era svegliata e mi stupii.
«Ho fatto in modo che il suo sonno fosse più profondo.» Pet sbiancò alla frase di Prasio, che tentò di rassicurarlo con una frase non verbale fatta di sguardi intensi. Quanto avrei voluto essere al suo posto e perdermi nell’oceano dei suoi occhi!
«Stai tranquillo, non l’ho uccisa. Sta solo dormendo. Ed ora dormirai anche tu.» Petronio non sembrava molto convinto e continuava a far muovere lo sguardo dalla bocca di Prasio alle sue mani, non lo guardava mai negli occhi.
«Non dovrei essere qui.» continuò «È contro ogni regola.» mi guardò «Lui non lo deve sapere. Non dovrei essere qui.» detto ciò mi sentii improvvisamente stanca, scivolai a terra. L’ultima cosa che vidi fu la sua sagoma che si soffermava a guardarci, allungai la mano, poi mi addormentai.

Salem

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